Ancona perde residenti: sotto quota 100mila per la prima volta dopo 60 anni

Ancona perde residenti: sotto quota 100mila per la prima volta dopo 60 anni
Ancona perde residenti: sotto quota 100mila per la prima volta dopo 60 anni
di Massimiliano Petrilli
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Venerdì 1 Ottobre 2021, 07:15

ANCONA - Siamo 99.758. Per la prima volta dal censimento Istat del 1961 100.485) il capoluogo di regione è sotto il muro dei 100mila residenti. La fotografia al 30 settembre è stata fornita ieri in consiglio comunale dal sindaco Valeria Mancinelli rispondendo a un’interrogazione di Marco Ausili (Fdi) che ha chiesto lumi sulle conseguenze «socio-economiche e amministrative per la città».

Se al 31 dicembre 2020 il dato ufficiale diffuso dagli uffici comunali era di 100.547 unità, cos’è successo? «Ad oggi la popolazione è di 99.758 persone - ha affermato il sindaco - ma non si registra un esodo significativa di residenti nè è aumentata in maniera significativa la forbice tra nascite e decessi. Così come non c’è un fenomeno di emigrazione. E il dato va letto correttamente». 

La flessione

E allora da cosa deriva questa brusca flessione? «Il cambiamento numerico deriva prevalentemente da un diverso sistema di calcolo - ha sottolineato la Mancinelli - La nuova Anagrafe nazionale della popolazione dallo scorso anno ha riallineato i dati nazionali delle anagrafi di tutti i Comuni con un’operazione di pulizia e ponderazione dei residenti». Un esempio? «Si avevano persone che risultavano residenti in due Comuni o cambi di residenza non registrati. Fatto sta che il sistema nazionale ha introdotto un meccanismo matematico che sottrae una quota teorica al numero dei residenti» per bilanciare il fenomeno dei doppioni o delle iscrizioni degli stranieri non più effettive. Un lavoro di pulizia dell’anagrafe portato avanti in questi ultimi mesi in tandem dalla direzione informatica e i servizi demografici del Comune con una verifica anche fisica dei caso sospetti.

Gli effetti

Possibili conseguenze per questa “retrocessione”? «Non vi è alcuna conseguenza amministrativa - ha rimarcato il sindaco Mancinelli - sia per quanto riguarda il numero dei consiglieri comunali che per il numero degli assessori visto che la legge equipara i capoluoghi a qualsiasi città pari o superiore ai 100mila residenti. Così come nessun effetto anche per quanto riguarda ad esempio la partecipazione ai bandi per ottenere risorse economiche che riservano attenzione ai capoluoghi». Ciò non toglie, come ha ammesso il sindaco, che «il problema è reale anche se investe tutto il paese. Il Comune può fare la sua parte e la stiamo facendo, ad esempio per quanto riguarda le politiche sociali per quel che riguarda i servizi alle famiglie e agli asili nido. Sui nido abbiamo effettuato e continueremo a fare consistenti investimenti. Così come investiamo risorse per quel che riguarda le scuole a tempo pieno. Più della metà degli istituti ha alunni che frequentano il tempo pieno, il che implica maggiori risorse per il Comune per garantire ad esempio la mensa e servizi correlati. Fermo restando poi che tutto è migliorabile, ma l’impegno del Comune per quanto di sua competenza è stato, viene e sarò fatto».
«Abbiamo capito la spiegazione sul dato, ma è inconfutabile che per la prima volta il capoluogo di regione è sotto i 100mila abitanti - ha replicato il consigliere Fdi Ausili - Così come dal 2018 al 2020 ci sono state 1.023 persone nella fascia 18-30 anni che hanno deciso di abbandonare la città». 

L’invito

«Dobbiamo prendere a cuore il tema e approfondire d’ora in avanti cosa si può fare.

Il Comune deve investire sulle politiche giovanili e creare opportunità, dotare di misure più efficaci le politiche per la famiglia o sulle politiche abitative. Il capoluogo sta inoltre perdendo competitività - ha aggiunto Ausili - perchè ha diminuito le sue opportunità. Tutte le parti politiche devono contribuire per trovare soluzioni al fine di invertire questa triste rotta».

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