Bivacchi all’ex Fiera e rifugio per tanti clochard: arriva il divieto di accesso

Bivacchi all’ex Fiera e rifugio per tanti clochard: arriva il divieto di accesso
Bivacchi all’ex Fiera e rifugio per tanti clochard: arriva il divieto di accesso
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Sabato 30 Aprile 2022, 07:10

ANCONA  - Un’ordinanza per vietare l’accesso alle strutture portuali abbandonate (tra cui l’ex Fiera) e un’azione di rimozione di masserizie e oggetti impropri. La riunione del Comitato per l’ordine e sicurezza pubblica ieri ha affrontato le problematiche del porto dove, in particolare nei locali dell’ex Fiera e alla ex stazione marittima, si è registrata la presenza di clochard.

Alla riunione hanno partecipato l’assessore alla Sicurezza Foresi, il questore Capocasa, il comandante provinciale dei Carabinieri Lecca, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Bolognese, la dirigente della sezione Polizia Stradale Grazioso, il comandante dei vigili del fuoco Tusa, il comandante della Capitaneria di Porto De Carolis e i rappresentanti dell’Autorità portuale Pellegrini e Cerioni.


Nell’incontro è stata esaminata in particolare la situazione delle zone a ridosso del porto, che da tempo vedono la presenza fissa di senzatetto e altre situazioni di degrado. «L’Autorità portuale adotterà un’ordinanza per interdire l’accesso alle strutture - si legge in una nota della Prefettura - e provvederà ad interventi per la rimozione di masserizie e oggetti impropri ciò da un lato ai fini della tutela del decoro dell’infrastruttura, vero e proprio biglietto da visita dell’intera regione, dall’altra per evitare che nell’incuria possa svilupparsi l’erroneo convincimento che nell’area sia consentito ogni sorta di comportamento antisociale».

Durante l’incontro sono stati confermati gli interventi di natura sociale, già adottati dall’amministrazione comunale, di cura e attenzione nei confronti dei soggetti privi di sistemazione abitativa «per i quali sono già state messe a disposizione luoghi ove fornire pasti caldi sia a pranzo che a cena e una sistemazione in strutture convenzionate, anche alberghiere, per chi si trovi in assenza di alloggio».

Tutto ciò pur nella consapevolezza, più volte verificata, «del rifiuto da parte degli interessati di intraprendere percorsi per l’inserimento sociale e per mitigare il disagio derivante dalle dipendenze, in particolare dall’alcol».

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