Ancona, odissea bar del Duomo: «Uno stop lungo dieci anni, ma non voglio mollare»

Ancona, odissea bar del Duomo: «Uno stop lungo dieci anni, ma non voglio mollare»
Ancona, odissea bar del Duomo: «Uno stop lungo dieci anni, ma non voglio mollare»
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 9 Agosto 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 07:49

ANCONA - Un sogno nato dieci anni fa. E non ancora realizzato, tra stop amministrativi, lungaggini legate ai permessi e, da ultimo, la mannaia dei costi stellari delle materie prime. Attende ancora di vedere la luce il Bar del Duomo, quel gioiellino incastonato sul colle Guasco dove lo sguardo riesce a perdersi nell’orizzonte dell’Adriatico.

Dal 2013, il locale è nelle mani di Antonio Ambrosio, titolare de Il Giardino, ma di fatto i lavori per consentirne la riapertura non sono mai entrati nel vivo.

Colpa di un labirinto fatto di burocrazia, prima, e di costi proibitivi, poi. In mezzo, nel gennaio del 2022, la firma della concessione per gestire l’area nei prossimi 25 anni.

I preventivi

Attualmente, nessuna ditta sta lavorando al progetto di riqualificazione. A spiegare i motivi è lo stesso Ambrosio: «Purtroppo, è ancora tutto fermo - dice il ristoratore - i costi sono aumentati in maniera esponenziale. Dopo Ferragosto valuteremo i preventivi delle ditte». Si parla di un investimento non inferiore al milione e 400mila euro. «Bisogna andarci cauti - prosegue Ambrosio - non vorrei buttarmi in un intervento più grande di me. Vorrei tanto riaprire, ma adesso non riesco». I timori non li nasconde: «Ho paura di intraprendere un’operazione sbagliata, per questo preferisco attendere. Ma l’intento di far rinascere quel luogo c’è, eccome».

Il futuro

La speranza è che il 2024 sia l’anno giusto. «A ottobre - ricorda Ambrosio - saranno 10 anni di gestione del Bar del Duomo. Non ho mai abbandonato il progetto di riaprirlo. Spero di aver tagliato il traguardo per l’undicesimo anniversario». Veder riaprire quel luogo non è solo un sogno di Ambrosio, ma di buona parte degli anconetani. Compreso il sindaco Silvetti, che poco più di un mese fa, nel corso di un sopralluogo tra i vicoli del Guasco, aveva rivelato due obiettivi su tutti: «Riaprire quanto prima l’anfiteatro romano e il Bar del Duomo». Per il primo la questione è probabilmente più in discesa, considerando che già a fine settembre dovrebbe ospitare un evento. Per il secondo c’è ancora da attendere. 

L’accordo

La riapertura del locale è stata come un campo minato. I due stop più importanti: nel 2015, per una questione di autorizzazioni, perché la Provincia aveva negato la sanatoria per una veranda di trent’anni prima; il secondo nel 2016, per il ritrovamento di reperti archeologici del XIII secolo. La scoperta aveva comportato una lunga pausa e la necessità di rivedere interamente il progetto iniziale, poi approvato. C’è stato poi l’iter che ha portato alla concessione di 25 anni, il cui contratto è stato rivisto in itinere. Contratto che Ambrosio sta onerando ogni mese. 

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