Sos bulli in centro: raffica di denunce, multe ai genitori e richieste danni

Sos bulli in centro: raffica di denunce, multe ai genitori e richieste danni
Sos bulli in centro: raffica di denunce, multe ai genitori e richieste danni
di Stefano Rispoli
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Venerdì 10 Settembre 2021, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 10:28

ANCONA - Una raffica di denunce, multe e richieste di risarcimento danni. Ma il bastone non è sufficiente. Serve la prevenzione, oltre alla repressione. Di qui l’appello alle istituzioni affinché, accanto all’opera di controllo, si impegnino a rafforzare la loro azione di educazione nei confronti dei ragazzini terribili. I bulli non danno tregua, in centro come in provincia, ma le forze dell’ordine hanno reagito con il pugno di ferro. Nessuno sconto ai baby picchiatori e ai teppistelli.

Negli ultimi giorni sono fioccati provvedimenti nei confronti di chi si è macchiato di episodi più o meno gravi. 

La serie nera

Una quindicina i giovani denunciati, tra cui il 14enne che ha picchiato una 16enne in corso Garibaldi, rivolgendole insulti omofobi; i due minorenni che hanno rapinato tre quindicenni sotto i portici di piazza Cavour; il 17enne che ha sfondato a calci l’ascensore di Collemarino; il 21enne che ha aggredito un coetaneo in via Novelli; i 4 ventenni che hanno pestato un gruppo di amici pugliesi in piazza della Repubblica; i 4 ragazzi, appena maggiorenni, protagonisti della spedizione punitiva nei confronti di un 48enne in via Matteotti.

Ma l’elenco in mano alla Procura dei Minori è anche più lungo e si attende in completamento delle indagini. Preziosa è stata l’attività di controllo delle forze dell’ordine che «sono prontamente intervenute per far fronte agli eventi segnalati, identificando i responsabili che sono stati poi deferiti all’autorità giudiziaria o sanzionati in via amministrativa», spiega il prefetto Darco Pellos a margine del Comitato Ordina e Sicurezza pubblica di mercoledì, incentrato proprio sul problema dei comportamenti borderline dei giovani e sul monitoraggio dei fenomeni che «negli ultimi mesi hanno coinvolto gruppi di giovani, tra i quali è stata rilevata la presenza di minori». 

La recrudescenza

Un fenomeno che, spiega una nota del prefetto, «pur interessando principalmente il comune capoluogo, ha coinvolto anche altre località della provincia». Il quadro è preoccupante perché «gli episodi hanno registrato un’importante intensificazione». Colpa, secondo l’analisi della prefettura, del mix tra l’allentamento delle restrizioni previste dalla normativa anti-Covid e la pausa scolastica. Si tratta, comunque, di comportamenti «compositi nella natura e nei soggetti interessati, prevalentemente occasionali, dovuti all’aggregazione di un certo numero di individui» e che, dunque, «non hanno assunto il carattere di criminalità minorile specifica». Ma ora che molti dei bulli minorenni sono stati identificati, se non denunciati o sanzionati, l’attenzione degli investigatori si concentra sull’individuazione dei capibranco, dei leader, cioè «dei soggetti maggiorenni che hanno un ruolo di riferimento per questi gruppi giovanili». E nel loro caso la punizione sarà più severa: oltre alle denunce, verranno applicate misure di prevenzione personale, come l’ordine di allontanamento dalla città e il foglio di via obbligatorio. Nel mirino ci sono anche i genitori dei baby-vandali, «tenuti al risarcimento dei danni» insieme ai loro figli. Non si faranno sconti nemmeno alle famiglie, il cui coinvolgimento è fondamentale nel percorso di recupero e correzione del comportamento dei bulli. Secondo il prefetto Pellos, infatti, il superamento delle problematiche legate al disagio giovanile «dipende non solo dalla costante opera di repressione da parte delle forze dell’ordine, che continuano a svolgere un’incessante opera di controllo del territorio in sinergia con le polizie locali, ma anche e soprattutto da un rinnovato impegno da parte di tutte le istituzioni nell’azione di prevenzione e di educazione. È necessario che i giovani assumano un comportamento corretto, attraverso un percorso di responsabilizzazione in quanto gli stessi, per incoscienza, si rendono responsabili di gravi condotte. Questo percorso non può prescindere dal coinvolgimento delle famiglie, sulle quali ricadono le conseguenze». 

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