ANCONA - Fino a 500 euro in più all’anno per chi ha già un mutuo a tasso variabile, rate maggiorate di 100 euro per chi va ad accendere adesso un mutuo a tasso fisso. Il rialzo dei tassi conseguente alle manovre messe in atto dalla Bce per contrastare l’impennata dell’inflazione sta mettendo in difficoltà sia chi una casa l’ha già comprata, sia chi aveva intenzione di andarla ad acquistare.
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Inoltre così si rischia di raffreddare l’economia, in quanto chi intende far partire oggi un’attività avrà ancor più problemi ad ottenere un prestito dalle banche. «Non siamo ancora arrivati al punto che la gente non riesce più a pagare le rate dei mutui – dice Loredana Baldi, responsabile settore finanziario Adiconsum Marche -, ma il rischio in futuro c’è. Entro dicembre si prevede un ulteriore aumento del costo del denaro e per un mutuo a tasso variabile, che mediamente si aggira attorno ai 140 mila euro, ciò potrebbe significare dover pagare tra i 30 e i 40 euro in più al mese».
Ilconsiglio
A chi dovesse trovarsi in difficoltà, Baldi sconsiglia di smettere di pagare le rate, rischierebbe di essere segnalato come cattivo pagatore. «Piuttosto è meglio cercare un accordo con la banca, chiedendo una sospensione temporanea della rata, una dilazione temporale, oppure una rinegoziazione del mutuo, con il passaggio da un tasso un variabile ad un tasso fisso o l’allungamento della durata del mutuo, abbassando il valore della rata». Tuttavia, al momento, l’Euribor a 1 mese, che è il parametro di riferimento per i mutui a tasso variabile maggiormente utilizzato, è salito in otto mesi da -0,58 a +0,38, un incremento consistente, ma che è niente se paragonato all’Irs riferito ai mutui a tasso fisso della durata di 10 anni, passato da +0,35 a +2,51.
I numeri
Ciò vuol dire che per un mutuo di 100 mila euro, chi lo accende adesso dovrà saldare rate da 992 euro, contro gli 885 che sta pagando chi lo ha acceso a gennaio. «Al momento è molto più conveniente accendere un mutuo a tasso variabile – sostiene il Private Banker di Fideuram, Antonio Zannoni -, infatti, non soltanto costa molto di meno oggi, visto che per un mutuo di 100 mila della durata di 20 anni si paga una rata di 577 euro col tasso fisso e di 487 euro con quello variabile, ma è estremamente probabile che continuerà a costare di meno per tutta la durata del mutuo. Perché adesso il differenziale è di 1,85 punti e difficilmente potrà essere colmato in un tale periodo. Inoltre, eventualmente, l’avvicinamento sarà progressivo e nel frattempo si continuerà a pagare di meno». Il problema è che con il rialzo dei tassi è anche più difficile ottenerli i mutui, perché se per una certa cifra sono richieste certe garanzie, per una più alta, aumentata dagli interessi, le stesse potrebbero non bastare.
E questo va a danneggiare soprattutto le nuove imprese. «L’80 – 90% di chi apre chiede un mutuo, che va a coprire tra il 50 e il 75% dell’investimento – rivela il direttore generale di Confcommercio Marche, Massimiliano Polacco -.