Il furore delle acque, 170 scatti per raccontare l'impegno dei vigili del fuoco nell'alluvione del 15 e 16 settembre 2022 nelle Marche. Guarda le foto

Il furore delle acque, 170 scatti per raccontare coraggio e impegno dei vigili del fuoco
Il furore delle acque, 170 scatti per raccontare coraggio e impegno dei vigili del fuoco
di Michele Rocchetti
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Giovedì 15 Giugno 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 12:58

ANCONA - Alcune immagini filtrano a fatica dal buio di quella notte maledetta, come i fotogrammi estratti dal video del salvataggio di Simone Bartolucci, 23 anni, rimasto per ore aggrappato al ramo di un albero a Barbara, mentre la piena del Nevola trascinava via la sorella Noemi, 17 anni, e la madre Brunella, l’unica vittima ancora dispersa. «Simoneeee». «Ehhhh». «Stai tranquillo arriviamo!». Era buio anche quando, a Bettolelle di Senigallia, le squadre dei vigili del fuoco raggiunsero con il “bruco” una coppia di anziani bloccati in casa dalla piena del Misa. 

 


L’apocalisse di fango


Altre foto sono illuminate dal sole che, per un destino beffardo, riscaldò l’indomani di quell’apocalisse di acqua e fango. La ricerca dei dispersi a Serra de’ Conti, bucando la melma rappresa nei campi, o nei laghetti di Trecastelli. La rimozione di tronchi da un ponte a Senigallia, le squadre dei vigili del fuoco al lavoro per prosciugare un seminterrato a Cantiano e tante altre foto ancora - in tutto 170 - che documentano il lavoro dei vigili del fuoco e di altri soccorritori nei luoghi delle alluvioni che il 15 e 16 settembre scorso hanno colpito le province di Ancona e Pesaro Urbino, provocando 13 morti (il più piccolo, Mattia, di soli 8 anni) 50 feriti e centinaia di sfollati.
“Il furore delle acque”, il libro presentato ieri mattina alla Prefettura di Ancona, è a cura del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – Direzione Regionale Marche, in prima linea nei soccorsi, effettuando 1.450 interventi nella provincia di Ancona e 762 in quella di Pesaro e Urbino. «Perché pubblicare un libro come questo? Perché è la testimonianza di ciò che può accadere in ogni momento e al quale dobbiamo prepararci», ha spiegato il direttore regionale dei Vigili del Fuoco Antonio La Malfa, sottolineando che i soccorsi furono immediati, ma l’evento meteo fu talmente violento e improvviso da ridurre al minimo i tempi di reazione. «Se davvero si vogliono salvare delle vite – ha spiegato La Malfa – più che costruire argini e terrapieni, che spostano il problema da un paese all’altro, occorre istruire le persone.

Educarli a percepire e comprendere il pericolo. Far capire che in determinate situazioni bisogna solo a mettersi i salvo». 

 


Strade come torrenti


Gli scatti documentano interventi in garage o sottopassi, lungo vie ridotte a torrenti, tra le case isolate dalle frane. «A Cantiano - ha ricordato il comandante dei Vigili del fuoco di Pesaro, Leonardo Rampino - c’erano automobilisti immersi in un fiume di acqua e fango. Per fortuna siamo riusciti a salvarli». Altri si tenevano appesi ai fili nei seminterrati. «A Pergola alcuni si erano rifugiati sui tetti. Una signora disabile era invece bloccata al primo piano, abbiamo dovuta tirarla giù dalla finestra». Il comandante dei Vigili del fuoco di Ancona, Pierpaolo Patrizietti, ha ricordato le fasi concitate del salvataggio di Simone, a Barbara. «Scene impressionanti, tonnellate di materiali portati dalla corrente, ma siamo riusciti a salvare diverse persone. Simone ci ha guidato parlando al cellulare. È stata un’operazione ad alto rischio. Grazie alla luce del telefono, la squadra è risuscita ad individuarlo e a tirarlo giù dall’albero». «Fu uno tsunami - conferma il sindaco di Barbara, Riccardo Pasqualini - tutto accadde in un quarto d’ora».

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