Per gli appassionati di Instagram e Facebook è stata una brutta settimana: il gruppo Meta ha deciso, senza avvisare, di togliere la musica italiana da qualsiasi contenuto. La scelta è arrivata dopo il mancato accordo tra la holding di Zuckerberg e la Siae, che difende il diritto d'autore degli artisti. La licenza per l'utilizzo delle canzoni è scaduto a gennaio e come riporta Matteo Fedeli, direttore generale della Siae, il colosso social si è presentato al tavolo senza dare margini di trattativa, perché i dati sul fatturato sono segreti e il budget destinato all'Italia era già stato deciso in California. «In pratica ci hanno chiesto un atto di fede, poiché non hanno fornito alcun tipo di documento» chiosa Fedeli.
L'intervento del governo
La vicenda si è per ora conclusa con un nulla di fatto, da una parte Meta che comunque detiene il mezzo (e quindi il potere) dall'altra la Siae pronta a sottoscrivere un accordo ma solo se in totale trasparenza. Si è attivato anche il Governo per affrontare la questione, ma come ben sappiamo quando ci sono di mezzo i soldi (in questo caso parecchi) un'audizione alla Camera può dare un indirizzo, fare moral suasion, ma in concreto risolver poco. Anche perché come ricorda Mogol, presidente onorario Siae: «La nostra è una battaglia sacra che abbiamo portato anche in Parlamento, ma da 8 mesi è tutto fermo ai decreti attuativi: se la situazione non si sblocca abbiamo perso».
Il rischio per Meta: migrazione su Tik Tok
Per evitare le sanzioni su Instagram e Facebook non solo è stato tolto l'audio ai contenuti già esistenti, i video per capirsi con una musica di sfondo e il voice-over dell'influencer (cosa che ha reso quindi muti e inutilizzabili i contenuti passati) ma non si può più usare neanche un bel ritornello per le nostre stories e reel.
La musica che resta
Ci tocca dire addio alle canzoni di Battisti, Dalla, De Andrè, Battiato, addio a De Gregori, Venditti e Guccini, addio Vasco, Mina, Vanoni, Rino Gaetano e addio anche a tutte le nuove hit, come quelle appena uscite da Sanremo. Un danno per un settore difficile come quello della musica che vive (anche) di diritti Siae. Un danno per noi italiani, alle prese con quello che resta: i canti regionali sardi, le hit straniere e le orribili basi musicali di sconosciuti "open source" propinate da Instagram. Ho infatti provato a cercare una canzone libera in "sfoglia", e ho cliccato sulla categoria "gioia", sullo schermo è apparsa la scritta: "nessuna musica disponibile". È proprio così, anche in questo caso "mai na gioia", mai.
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