Polaroid, il brivido intergenerazionale della fotografia istantanea su carta

Ecco come la richiesta di una bambina ci cambiò la memoria

Polaroid, il brivido intergenerazionale della fotografia istantanea su carta
di Francesco G. Gioffredi
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Mercoledì 19 Aprile 2023, 13:24 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 07:34

A volte basta poco per lasciare il segno nella storia, magari su una pellicola fotosensibile.

Bastano un capriccio infantile e una spiccata genialità. La sorte poi tutto sa riequilibrare, recuperando dall'oblio e restituendo luce e smalto.

Prendete la polaroid, con la prima lettera minuscola come accade ai nomi commerciali diventati universali e icone familiari. Seppellita dal digitale, da qualche anno la fotografia istantanea è risorta come per miracolo e per più di qualche ragione: la rincorsa al vintage, o il bisogno tattile e immediato di un “Instagram analogico”, perché nell'epoca dell'effimera sovrabbondanza virtuale e della frenesia da pixel fissare un buon ricordo su carta vuol dire renderlo unico, irripetibile e prezioso. Persino per Millennial o Gen Z, il nuovo pubblico delle istantanee. L'intuizione nacque, come detto, da un capriccio. Lo statunitense Edwin H. Land, vulcanico inventore, aveva fondato la Polaroid Corporation nel 1937: la società era specializzata in fotografia, con brevetti originali. Era il 1944 quando, in vacanza, Land si sentì chiedere dalla figlia: «Perché non posso vedere subito la foto che mi hai scattato?». Fu la scintilla: nel 1948 l'imprenditore lanciò il primo modello di fotocamera istantanea. All'interno, fogli fotosensibili coperti da una pellicola impregnata di un reagente: una volta impressionata, la singola carta andava estratta e separata dal foglio col reagente. Il risultato sapeva di magia nelle mani di tutti: una immagine impressa in positivo, senza passaggio in camera oscura. Una pioggia di inconfondibili, piccole cartoline dalla cornice bianca. Negli anni '60 e '70 fu il boom delle Polaroid, trascinate pure da testimonial d'eccezione: Andy Warhol, l'eminenza del pop, non se ne separava mai. I modelli si susseguivano, lo strato da sfogliare non c'era più, ma la qualità di stampa non ha raggiunto mai i livelli di quella tradizionale, peraltro con maggiore predisposizione al deterioramento. Ma il brivido della foto istantanea era impagabile. C'è stato anche tempo per una battaglia legale con Kodak, e nel 1986 la spuntò Polaroid.

Il nuovo millennio e il digitale sprofondarono nella crisi il colosso delle foto istantanee, fino alla bancarotta. Le ceneri furono raccolte da un progetto di “nostalgia marketing” che ha riannodato i fili con la storia, riportando in auge il marchio: sembrava follia, ma nel frattempo, e grazie anche ad altre aziende, la polaroid stava riprendendo quota e vita. La sola Fujifilm, la concorrenza più accreditata, vende milioni di macchinette ogni anno. Perché l'anatomia di un istante avrà sempre un altro sapore e valore quando è su imperfetta carta.

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