Italvolley femminile, Velasco nuovo Ct: da Jesi in A2 fino alla Nazionale. Arriva la benedizione di Cormio

Italvolley femminile, Velasco nuovo Ct: da Jesi in A2 fino alla Nazionale al posto del fanese Mazzanti
Italvolley femminile, Velasco nuovo Ct: da Jesi in A2 fino alla Nazionale al posto del fanese Mazzanti
di Gianluca Pascucci
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Giovedì 9 Novembre 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 08:47

ANCONA Un ritorno al passato all’insegna dell’innovazione. La nomina di Julio Velasco sulla panchina della Nazionale femminile di volley al posto del marchigiano Davide Mazzanti si presta al gioco di parole: per la seconda volta il tecnico argentino de La Plata siederà sulla panchina dell’Italvolley in rosa portando le sue idee innovative nonostante il neo ct abbia solcato la soglia dei 70 anni. Con le Nazionali Velasco ha conquistato tra l’altro 3 Europei, 2 Mondiali e 5 World League.

L’inizio

La storia di Velasco allenatore è anche merito dell’allora direttore sportivo della Tre Valli Jesi, oggi direttore generale della Cucine Lube, Beppe Cormio. «Nel 1983 – ricorda con la voce emozionata Cormio – un allora 27enne direttore sportivo di una squadra di A2, la Tre Valli Jesi, pensò che serviva una persona a tempo pieno.

Allora in Italia nessuno aveva il coraggio di fare l’allenatore e niente altro. Sostenuto dall’aiuto di Waldo Kantor, il palleggiatore che avevamo scelto per quella squadra che debuttava in A2, andai a chiamare Julio Velasco, vice allenatore dell’Argentina, alle spalle di un tecnico coreano. Erano reduci da uno storico terzo posto al Mondiale che si era svolto in Argentina l’anno precedente. Mi era stato descritto come un tecnico innovativo, persona assolutamente fuori dagli schemi e così si rivelò – racconta Cormio sfogliando l’album dei ricordi -. Trovai un uomo che ha saputo dare un impulso diverso al nostro sport, un’idea diversa di allenarsi e di scendere in campo. Abbiamo avuto la fortuna di averlo nella nostra squadra ma poi andò alla Panini. Vederlo per la seconda volta alla guida della Nazionale femminile dopo averlo visto conquistare tanti trofei sia con la maschile che con la femminile, per me è una nuova soddisfazione che gli ho immediatamente espresso non appena mi è arrivata la notizia. Provo una gioia immensa non solo per Julio ma per l’intero movimento che ne trarrà grande beneficio. Sono passati gli anni sia a me che a lui ma rimane sempre un innovatore». Tra i primi collaboratori alla Tre Valli Jesi, l’argentino Velasco trovò Alberto Santoni. «Quando è arrivato mi ha subito detto di correggerlo quando parlava italiano perché voleva parlare correttamente la nostra lingua – ricorda Santoni – durante la prima riunione il presidente Sandro Casoni mi chiese di fare una sorta di scheda tecnica sui giocatori e Julio prendeva nota. Gli dissi che a Jesi sarebbe durato poco perché avrebbe preso strade ben più nobili perché era di un altra caratura rispetto a noi: eravamo lavoratori prestati alla pallavolo. Io lavoravo in banca, Lamberto Giordani, era ferroviere, lui era l’allenatore. Insomma si vedeva che era portato per la pallavolo. Mi rispose che insieme avremo fatto grosse cose poi a febbraio la banca, dove lavoravo, mi trasferì. Julio non la prese bene ma allenavamo fino a notte fonda». 

La teoria degli alibi

«Julio ha sempre risposte e concetti chiari, mai banali. Faceva dell’ordine, l’impegno e la disciplina le armi vincenti. Ricordo che spostò da due a tre ore gli allenamenti tra lo stupore dei dirigenti ma i giocatori accettarono senza fiatare ed introdusse i pesi, le sedute con la scheda per i giocatori. Altra cosa lo scout delle azioni: tondino o più – ricorda Santoni - il suo pezzo forte: la teoria degli alibi. Non devi trovare scuse. Saper gestire la palla anche in base all’errore del compagno».

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