Il presidente federale e Camila Giorgi
"E' un caso da telefono azzurro"

Camila Giorgi
Camila Giorgi
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Martedì 12 Aprile 2016, 14:20

ROMA - «Il caso di Camila Giorgi è più da telefono azzurro che tecnico-sportivo. Se ci sono i margini per rivederla in Fed Cup? Noi abbiamo regole abbastanza precise, questa domanda credo vada fatta nemmeno a lei ma a suo padre». Lo dice il presidente della Fit, Angelo Binaghi, intervenendo senza mezzi termini sul rifiuto della tennista marchigiana alla convocazione per la sfida Italia-Spagna di Fed Cup.   Binaghi prende di mira il padre e allenatore della giocatrice, Sergio Giorgi: «Fin dal primo momento - ha spiegato a margine della presentazione degli Internazionali di Tennis al Foro Italico - da quando lei era giovane e il padre è venuto da me per chiedermi 300mila euro di prestito, abbiamo capito che tipo di persona avessimo di fronte, quindi avevamo messo tutto nel conto. Abbiamo fatto molto bene, in modo molto chiaro, tutti gli accordi e i contratti». 

 In questa vicenda «abbiamo fatto tutto il massimo possibile - si dice convinto il numero uno della Federtennis - le abbiamo dato una casa come Tirrenia dove allenarsi e tutti i soldi che chiedeva perchè era in condizioni economicamente disagiate e non era in grado di avere il livello di assistenza che deve avere una giocatrice del genere. Ora il padre ha preso questa decisione: pace all'anima sua, noi giochiamo con Vinci e Errani che mi sembra abbiano un palmares ben differente...».   Proprio riferendosi al padre della talentuosa tennista, Binaghi conclude: «Lui può dire quel che vuole, credo che la Fit - argomenta - anche per quello che hanno fatto le ragazze, abbia raggiunto una dignità e un livello tale da non essere messa a confronto con il padre della Giorgi. Mi hanno detto che lui ha fatto la guerra delle Malvinas e l'ha persa, noi abbiamo fatto tante altre battaglie in questi 15 anni, a cominciare da quella per il rispetto della maglia azzurra, e le abbiamo vinte tutte».

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