Siena batte ancora Milano (75-68)
la serie per lo scudetto è pari: 2-2

Thomas Ress
Thomas Ress
di Carlo Santi
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Domenica 22 Giugno 2014, 18:54 - Ultimo aggiornamento: 18:57
ROMA - Siena non si arrende e vuole lasciare un segno sul campionato che da otto anni la vede splendida protagonista e che sta per lasciare, soffocato dalle vicende societarie e dal fallimento. Milano, invece, l’Armani milionaria, ha fatto un altro passo indietro, battuta di nuovo (75-68) e adesso il conto torna in equilibrio, 2-2, di una finale scudetto che sembrava essere a senso unico, tutta in direzione di questa Armani sempre più squadra senz’anima e troppe volte indecifrabile anche per le scelte tecniche poco comprensibili. Serie in equilibrio, 2-2, e si riparte facendo di questa finale, adesso senza più favoriti, da autentica tripla, una finale su tre gare: lunedì al forum, mercoledì ancora a Siena e poi l’eventuale bella a Milano venerdì sera.



Senza determinazione, senza gioco e con poche idee, Milano ha vagato sul campo sempre tenuta sotto controllo da una Mens Sana bella, guidata da Janning ma, soprattutto, dall’anima di Ress che ha lottato, si è infortunato subendo un colpo da Hunter che lo ha quasi tramortito da Hunter a fine primo quarto (il capitano è rientrato negli spogliatoi) ma che è tornato in campo per essere ancora utilissimo.



L’Armani non ha mai avuto davvero la forza per reagire e solo per un attimo ha messo la faccia avanti, dopo 14’ con la bomba di Jerrelles per il 24-25 e poi, ancora lui, ha impattato (27-27). Ultimo lampo di una partita giocata male, senza un gioco, senza un playmaker perché anche ieri sera Hackett ha prodotto pochino, 5 punti e tanti errori al tiro (2 su 10 dal campo). Daniel era arrivato a Milano a gennaio in cambio di Haynes e contropartita economica perché coach Banchi lo voleva e perché avrebbe dovuto cambiare il volto all’Emporio ma invece questa squadra troppo spesso fa calare il sipario invece di divertire.



Gentile non ha giocato molto, assente nel secondo quarto (Banchi lo ha letteralmente dimenticato per 15’) e poi, quando è tornato sul parquet, ha cercato a modo suo di essere utile, ossia prendendo il pallone e tirando ma quasi sempre senza un gioco collettivo.



Il duello tra i due centri, Hunter di Siena e Samuels di Milano, ha visto il secondo fare bene con l’Otello della Mens Sana che non ha mai mollato la presa. Se Janning è stato ancora perfetto, 20 punti 4 su 8 con le triple, immarcabile per gli avversari e Haynes è stato spento (il primo canestro è arrivato sul 46-40) chi ha dato un buon supporto è stato Viggiano con 10 pesantissimi punti. Langford, invece, in terra milanese pur con 20 punti, non è stato determinante, troppo innamorato del pallone anche se è stato lui all’inizio a tenere l’Armani in vita.



All’intervallo lungo c’erano 3 punti di differenza, 36-33 per Siena, ma quel piccolo equilibrio s’è spezzato con un attacco davvero poco preciso di una Milano che non aveva voglia di ragionare e anche se Melli con l’unico canestro di una partita da dimentica (5 falli e poco contributo) ha illuso ancora (42-39) così come, poco più avanti, ha fatto di nuovo Langford (49-45). Da quel momento Siena ha spinto sull’acceleratore, bomba di Viggiano, altra tripla di Janning e ancora un trepunti di Viggiano. Ballava, l’Armani, in balìa di una Montepaschi lucente, un gruppo che tra poco non ci sarà più.



Difesa e attacco per Siena, esterni poco attenti di una Milano che ha avuto in Samuels l’uomo più coraggioso. Ma il vero grande difetto dell’Armani è quello di non avere, adesso, un uomo d’ordine in grado di dettare i ritmi e non sfrutta neppure la sua maggiore energia fisica. Si vive sull’iniziativa personale e questo può essere pericolosissimo.
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