ASCOLI - L’Ascoli ha ottenuto con tre giornate di anticipo la salvezza aritmetica e ha sperato fino al 94° minuto dell’ultimo turno di campionato di conquistare addirittura i playoff. Un risultato indubbiamente positivo, assolutamente insperato rispetto a qualche mese fa, quando si temeva per la permanenza nella cadetteria. Ma se il campionato dal punto di vista agonistico è terminato ora ne inizia un altro: quello dell’assestamento dei conti societari dopo una stagione dispendiosa a livello economico.
Le spese
«Abbiamo speso sei milioni di euro» ha ammesso candidamente poche settimane fa, il principale azionista dell’Ascoli calcio, Massimo Pulcinelli. La famiglia Pulcinelli continua e continuerà a investire sul Picchio, nonostante le cortine fumogene fatte circolare artatamente nel corso della stagione facendo presagire un imminente addio. Per una città di 45mila abitanti e un hinterland contenuto è sicuramente un prestigio potere contare su una squadra che per l’ottavo anno consecutivo disputerà un campionato di Serie B. Ma essendo anche un imprenditore affermato Pulcinelli è consapevole che non può continuare a dilapidare risorse finanziarie. Cosa fare quindi?
Il mercato
Come molte società, la prima mossa sarà quella di massimizzare la cessione di Collocolo (Bologna?) e forse di Simic per poi rinvestire una parte nel prossimo calciomercato.
In ciò supportato dalla struttura societaria, a cominciare dal presidente Carlo Neri (mentre Massimo De Santis sta ottenendo ottimi risultati con il settore giovanile). Il primo (come sempre) a rispondere presente all’appello, è Battista Faraotti che incrementerà notevolmente la sua sponsorizzazione Fainplast (azienda di famiglia con più di trecento milioni di fatturato l’anno) sulle maglie bianconere. Ma per fortuna non sarà il solo. Un numero che si spera possa aumentare nel corso delle settimane anche perché, nel frattempo, il brand Ascoli calcio si sta affermando. Questa rete di sostegni quanto potrà portare? Due, tre milioni di euro in più? Al momento è difficile quantificarlo ma sicuramente l’attaccamento ai colori bianconeri potrebbe essere la molla che possa declinare la decisione finale.
D’altronde per un piccolo capoluogo di provincia in declino demografico (e non solo) l’Ascoli calcio può rappresentare un veicolo di promozione nei più disparati settori: sportivo, economico e turistico. Comunque al di là di ogni valutazione imprenditoriale, l’Ascoli calcio, per chi ne è appassionato, tocca le corde delle emozioni. È uno dei tratti distintivi della città: perché rinunciarci?