Leicester-Roma, la squadra di Mourinho tiene e strappa un prezioso 1-1: giovedì in 65 mila per andare in finale

In vantaggio con un gol di Pellegrini, soffre la reazione degli inglesi ma alla fine pareggia

Leicester, la Roma tiene e strappa un prezioso 1-1: giovedì in 65 mila per andare in finale
Leicester, la Roma tiene ​e strappa un prezioso 1-1: giovedì in 65 mila per andare in finale
di Alessandro Angeloni
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Venerdì 29 Aprile 2022, 07:08 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 09:26

dal nostro inviato
LEICESTER Tutto rimandato alla prossima puntata, tra una settimana all'Olimpico. Come dice Mou, si è giocato solo il primo tempo e la Roma non ha nemmeno sfigurato davanti a un buonissimo Leicester, in un King Power pieno e rumoroso. Non ci sarà bisogno di un'impresa, si parte pari, con il solito vantaggio romanista di poter giocare in casa e ottenere lì il pass per Tirana. Serve un successo. Quello finale. La Roma di Leicester è stata capace di tutto, dominare, soffrire, ha rischiato di vincere e nel finale, di perdere. Ma si è vista una squadra, un corpo unico, e succede da un po'. Dentro, un gioiello del capitano, Pellegrini e tante altre cose buone.

Leicester-Roma 1-1, le pagelle: Pellegrini sbiadito (6,5), Zaniolo fuori dalla partita (5,5), Mourinho piano riuscito a metà (6)


L'AVVIO
Partita a varie fasi, in continuo movimento. Agitata, tipica inglese. Mourinho sceglie Zaniolo, quindi una Roma con più classe e meno muscoli. Non ha paura e se la gioca, a modo suo, vuole solidità e ripartenze di qualità. E il gol, che arriva dopo 15 minuti, è un qualcosa che ha a che fare con la bellezza, appunto, con la qualità. Eccolo: Zaniolo ha l'intuizione, cambia gioco improvvisamente, l'innescato Zalewski (conferma di essere bravo bravo, seppur in fase difensiva spesso è sofferente) accende il motorino, parte e si ricorda di avere pure un destro che è un gioiello (vedi l'assist per Zaniolo nella gara con il Bodø) e imbuca una palla meravigliosa in area, stavolta per Pellegrini, che rende concreto il bello: ed è 0-1.

La partita era cominciata come da programma, con il Leicester doverosamente aggressivo, a mettere pressione, Vardy c'è ma si vede poco, funziona qualche mischia, che porta via un po' d'anima a quei duemila tifosi della Roma arrivati fin qui. Scivola Smalling, palla dentro e Mancini salva: quello il brivido sulla schiena, che poi ha scosso la Roma e le ha fatto giocare un ottimo primo tempo, concedendo poco e tenendo tanto palla. Nulla o poco però là davanti. Il coraggio della Roma nello stare in partita prende corpo, pian piano, lo si vede non solo da questa nottata di Leicester in cui la squadra di Mourinho si rende perfettamente conto di ciò che è diventata e che si sta giocando la semifinale di una competizione comunque degna. Non vediamo più grosse amnesie, che hanno caratterizzato la parte centrale della stagione con risultati spesso modesti e una squadra troppe volte sofferente.

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I MUSCOLI DI MICKI
La Roma è cresciuta, ora, o meglio da un po', ha la forma di una squadra solida, che ha un senso logico, che prima non aveva, un po' per errori un po' perché il percorso mourinhano ero solo all'inizio. I muscoli sono necessari nella ripresa, con il Leicester che spinge di più: Micki è costretto a uscire, problemi muscolari (a rischio il ritorno), e al suo posto compare Veretout. Continue palle dentro, mischie. Rodgers non trova la chiave, il suo amico Mou gli ruba il ruolo, e gioca lui a fare la Volpe in casa delle Volpi. Anche se la sua Roma, che difende bene, non riesce a sfruttare le occasioni che le capitano in ripartenza, un po' per la frenesia, un po' per la serata storta di Abraham (si sveglia un po' nel finale, con un bell'assist per Oliveira), presentatosi a casa un po' emozionato, forse. Zaniolo va a intermittenza e non lo aiuta più di tanto. E quando non sfrutti le occasioni, ci sta che vieni punito e il Leicester è sempre stato in partita. Una mischia, un'altra, un'altra ancora ed ecco l'imbucata giusta: Ibanez sbaglia l'uscita in area, Lookman brucia Mancini, che devia in porta, con Rui Patricio fuori concorso. Mou si tiene stretto anche l'uno a uno, e toglie Zaniolo per aggiungere un'altra dose di muscoli: Oliveira. Nel finale brividi da una parte e dall'altra: può segnare Ihenacho e può rispondere Abraham o Karsdorp o Oliveira. Nulla. Ma è tutto pronto per vedere un'altra battaglia all'Olimpico. Quella finale.

 

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