Va riscritto questo finale, altrimenti rimarranno le briciole. Inzaghi stavolta si deve superare e smentire. Nel quinquennio di Simone, la Lazio è purtroppo quasi sempre crollata nella seconda parte di stagione. Solo nel 2017/18 arrivarono 18 punti nelle ultime 9 gare e forse oggi per la Champions non basterebbe nemmeno questo risultato migliore. L’anno scorso servirono addirittura 78 punti per centrarla e i biancocelesti ne conquistarono appena 10 nelle residue nove giornate: per fortuna, prima del lockdown, avevano una marcia tricolore. Quest’anno invece diversi passi falsi nel girone d’andata e qualcuno al ritorno (vedi Bologna, può essere letale) rendono la missione ancora più difficile: a quota 55 in classifica, rischiano di servire più di 21 punti per riacciuffare il quarto posto, ovvero almeno 7 successi su nove. Insomma, la Lazio è praticamente obbligata a vincere sempre e invertire una media di 12 punti dal 2015/16 che la condannerebbe all’esclusione. Le ultimi quattro trionfi spingono all’ottimismo, nessuno a Formello vuole mollare. Si vuole riprendere pure Immobile, ieri ad allenarsi nel giorno di riposo per mostrare la sua fame dopo un digiuno in campionato di 8 gare. Domenica torneranno dalla squalifica gli scugnizzi Correa e Lazzari per provare a farlo sbloccare, ma anche lui a 31 anni ora deve fare i conti con una carta d’identità importante.
I PIU’ VECCHI D’EUROPA
Secondo il Cies, l’età media dei giocatori impiegati dalla Lazio finora è la più elevata nei 5 campionati top europei, quindi tra le 98 squadre prese in esame.
STRATEGIE E MERCATO
Mai schierato in Serie A un ventenne in questa stagione, è arrivato il momento di “svecchiare”. Capitan Lulic è infastidito per non aver ricevuto più chiamate (contati con Parisi dell’Empoli come vice-Fares) e Tare ha già preso il baby Kamenovic come jolly sinistro-centrale. Su Parolo (più in società, ma lui vuole giocare) è in corso qualche riflessione. Il 32enne Caicedo aspetta, ma la società punta Borré del River e aveva già deciso ad agosto su chi puntare: «È il primo anno per Muriqi, ha avuto due infortuni, il Covid – spiega Tare - e tutto questo ha reso il suo adattamento più difficile. Vedat gode del rispetto di tutti nella capitale e speriamo possa esprimersi al massimo perché può dare molto al calcio italiano e alla sua Nazionale». E perché ancora il diesse ha 20 milioni sul 27enne kosovaro da giustificare.