Pablito grande anche fuori dal campo, la moglie Federica presenta l'autobiografia “Quanto dura un attimo” scritta dal campione

Un momento dell'incontro al circolo La Fenice di Senigallia
Un momento dell'incontro al circolo La Fenice di Senigallia
di Gianluca Fenucci
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Lunedì 14 Febbraio 2022, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 19:34

SENIGALLIA - «Paolo Rossi era un ragazzo come noi», cantava Venditti. L’idolo di una generazione, il centravanti della Nazionale che vinse il memorabile Mondiale del 1982, facendo piangere il Brasile dei fenomeni, il calciatore preferito da Bearzot e dal Presidente Sandro Pertini, se n’è andato a 64 anni, la sera del 9 dicembre 2020 colpito da un male vigliacco, ma è più vivo che mai. «Nessuno muore finchè vive nel cuore di chi resta», scriveva Foscolo.

Il ricordo
E così la serata senigalliese al circolo La Fenice, organizzata con sagacia dal gestore Simone Zoppini e da Paolo Paoloni dello Juventus Club di Jesi, si trasforma in un lungo, sentito, emozionante e mai retorico ricordo di Paolo Rossi, un’icona, uno degli attaccanti più forti del mondo, che ha vestito maglie prestigiose partendo da Santa Lucia, anonima frazione di Prato. C’è anche Federica Cappelletti, la moglie di Paolo Rossi, a presentare “Quanto dura un attimo”, la biografia scritta dal campione nel 2019.

E con Federica Cappelletti, madre di Maria Vittoria e Sofia Elena, le due figlie di Rossi che era già padre di Alessandro, è stato bello ripercorrere il viaggio sportivo e personale di un uomo vero, che si è distinto per le sue prestazioni e i suoi gol negli stadi, ma che è stato campione anche nella vita, con la sua umiltà, la sua dolcezza, la sobrietà.

La moglie dell’indimenticabile bomber azzurro ha risposto alle tante domande che Paolo Paoloni e i molti appassionati intervenuti le hanno rivolto.


Gli aneddoti
Tante le storie, gli aneddoti e i ricordi, dal primo allenatore che diede fiducia a Rossi, GiBi Fabbri del Vicenza, a Enzo Bearzot («senza il quale Paolo non sarebbe esploso») alle notti magiche di Spagna ‘82, soprattutto quella dello stadio Sarrià di Barcellona quando le tre reti segnate da Pablito affondarono la corazzata brasiliana di Zico, Falcao, Junior e Socrates.

Un tassista di San Paolo riconobbe a bordo del suo taxi Rossi in vacanza anni dopo e lo fece scendere perché responsabile di aver causato la tragedia di un popolo. Scorrono i ricordi anche grazie al dott. Vincenzo Felici, farmacista di Ancona, innamorato di calcio come pochi e collezionista di memorabilia e gadget. E scorre qualche lacrima mentre Federica Cappelletti racconta anche il lato umano di Paolo Rossi, un campione vero.

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