Vernia protagonista assoluto all cineteatro Valdaso di Pedaso: «Il fil rouge dello spettacolo è la mia storia»

Vernia protagonista assoluto all cineteatro Valdaso di Pedaso: «Il fil rouge dello spettacolo è la mia storia»
Vernia protagonista assoluto all cineteatro Valdaso di Pedaso: «Il fil rouge dello spettacolo è la mia storia»
di Chiara Morini
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Martedì 28 Febbraio 2023, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 20:43

PEDASO - La comicità di Giovanni Vernia sarà protagonista sabato, 4 marzo, alle ore 21 al cineteatro Valdaso di Pedaso nello spettacolo “Vernia o non Vernia” voluto dal Comune e Mia Eventi live. Il comico genovese tornerà poi nella nostra regione, il 18 marzo alle ore 21,15 nel teatro comunale di Treia.


Giovanni, quanti Vernia ci sono? 
«Non lo so neanche io! Lo scopriremo lì, durante la serata, anche io a volte mi sorprendo rispetto a quanto ho previsto. Questo perché durante la serata mi scateno anche con l’improvvisazione, ce n’è tanta, del resto è l’essenza della comicità per me. Ovviamente lo spettacolo è preparato, ma il divertimento non mancherà». 

 
Cosa racconterà nello spettacolo?
«Il fil rouge è la mia storia. Io nasco a Genova, ma da genitori che provenivano da Puglia e Sicilia e da piccolo mi divertivo a fare le imitazioni dei parenti». 
Come è diventato comico? 
«Da lì. Imitavo i miei zii, alcuni di questi erano vere macchiette e io, se vogliamo, ero il bimbo che dava fastidio. Uno zio in particolare è stato una sorta di primo “hater”, e me ne sono accorto perché a un certo punto si sentiva molto meno. Ma non mi sono fermato, sono andato avanti a imitare i miei capi, quando lavoravo come ingegnere. Poi è chiaro che sul palco finisco anche per rispecchiare il pubblico. A proposito dello spettacolo, reinterpreto la musica italiana a modo mio, le serie tv in versione comica...». 
Si riderà, ma quanto da 1 a 100?
«Forse non dovrei dirlo io, ma ci sono recensioni che parlano bene, il rapporto con il pubblico è stupendo, lo spettacolo ormai è rodato. Si ride tanto».
Meglio la comicità o la conduzione radiofonica?
«Premetto che faccio a modo mio anche la conduzione radiofonica. Prendo spunto dalla realtà, e la ribalto a modo mio! Questo mi piace come il palcoscenico, perché con la sua rapidità è, se vogliamo, un grande allenamento per il palco. Sperimento. Ma la vera goduria è il teatro!». 
Cosa pensa dei luoghi comuni?
«Io non sono un politically “scorrect”, tranne in alcuni casi, come in alcuni episodi dell’edicola su Sky, in cui facevo l’inviato che segnala gli eventi brutti. Non eccedo mai come fanno gli americani».
Come vede la comicità? 
«Noto che le persone si indignano più per il tentativo di sdrammatizzare con l’umorismo un determinato argomento, piuttosto che farlo per l’argomento in sé. Se fatta con intelligenza, la comicità va bene. Invece, e questa è un’altra cosa che noto, con i social ci sono persone che non vedono l’ora di scaricare contro la propria rabbia. Però la colpa del dolore non è del comico. Oggi quel mio zio di cui parlavo prima, probabilmente, mi toglierebbe il follow, o lo avrebbe fatto allora se ci fossero stati i social». 
Lavora anche in rete? 
«“Un giorno capirai” è la rubrica web in cui spiego a un bimbo l’attualità più strana, le questioni più spigolose in chiave ironica. Per esempio come spiego il razzismo a un bambino, o il condono. Anche qui gli haters non mancano, quelli fanno parte del gioco. L’importante è fregarsene e fare il proprio mestiere con disciplina. Io sono il primo critico di me stesso e sono severissimo».
Cosa fare per essere un bravo comico?
«Divertirsi.

Oggi va di moda la stand up, c’è il clichè delle parole forti e volgari. Non è una critica, ma solo che quelle sono cose da americani. Ai giovani posso dire che il web è un buon schermo per farsi vedere».

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