Musicultura da Recanati riporta la musica live e vince la scommessa

Duccio Pasqua, John Vignola e Marcella Sullo Rai Radio 1
Duccio Pasqua, John Vignola e Marcella Sullo Rai Radio 1
di Stefano Fabrizi
5 Minuti di Lettura
Martedì 9 Giugno 2020, 02:55
RECANATI - Musicultura riporta la musica live nei tempi del Coronavirus  e vince la scommessa. E lo ha fatto con grande successo, nelle due serate di musica dal vivo a Recanati, dove ha presentato le canzoni dei sedici  artisti finalisti dell’edizione del Festival 2020, in diretta sulle frequenze di Rai Radio 1 e sul circuito di èTV, inoltre in streaming sulle pagine Facebook di Musicultura e di Rai Radio 1.

Emozionante vedere esibizioni live
Una due giorni emozionante che ha testimoniato in un momento storico difficile  la ripartenza della musica dal vivo con una prova impegnativa. Tra sanificazione degli spazi, distanziamenti e percorsi obbligati Musicultura e Rai Radio 1 sono riusciti perfettamente a condividere la forza e la penetrazione della musica live. «Una maratona live che dopo tanto parlare di ripartenza  è riuscita a tramutare in fatti le parole – ha dichiarato Ezio Nannipieri, direttore artistico di Musicultura - è stato emozionante vedere gli artisti ritrovarsi sul palco a suonare insieme e le maestranze di nuovo ai loro posti. È un primo, vero passo verso  la normalità di cui tutti abbiamo bisogno, premiato anche dai grandi numeri degli ascolti delle dirette di Radio1 e dei social».

La cultura come cura 
«Il valore della  cultura come vera e propria cura - questo il forte messaggio lanciato da Recanati dall’assessora alle Culture Rita Soccio alla partenza della prima indagine sull’influenza che la cultura della Citta di Leopardi ha sul benessere delle persone -  Mai come oggi la cultura  è fondamentale nel supportare coloro che devono affrontare isolamenti e carenza di socialità. Il dialogo con le presenze vive del paesaggio, le suggestioni emozionali della musica  e della poesia   interagiscono con l’esperienza personale sul luogo come una vera e propria sorgente di cura per il cuore e l’anima dopo lo stress di questi mesi».

Le testimonianze
«Durante il lockdown  ho avuto un blocco di creatività e ho sentito molto la costrizione e l’effetto prigionia di trovarsi privati di certe libertà, io come altri ho dovuto congelare un disco in uscita - ha raccontato in diretta il cantautore Francesco Bianconi -   Il fatto che Musicultura sia uno dei primi eventi  in cui il movimento della musica  ricomincia a far sperare  mi mette di buon umore».
Sulle note di Una citta per cantare, è intervenuto Ron, tra i  membri del Comitato di Garanzia del Festival: «Ho sentito tantissimo coraggio nelle canzoni dei finalisti di Musicultura, la voglia di essere diversi, quello che loro amano e quello che sono, testi interessanti, divertenti con arrangiamenti bellissimi  e  questo è molto importante, troppo spesso in giro si ascoltano solo scopiazzamenti».
In collegamento da Cremona  Frankie hi-nrg mc da quest’anno anche lui nel Comitato di Garanzia del Festival è chiamato a giudicare i finalisti: «Essere nel Comitato di Garanzia è un piacere e una responsabilità. E’ necessaria un attenzione specifica nell’ascolto dei brani  e soprattutto nei riascolti ho potuto apprezzare meglio cose non sempre confacenti alle mie abitudini musicali, mi son trovato a decidere  in una rosa di belle canzone molto varie e molto fresche». Un viaggio live nell’Italia della musica d’autore che si concluderà con le esibizioni  degli otto vincitori del Festival e dei grani ospiti nelle serate Finali di Musicultura a fine agosto all’Arena Sferisterio di Macerata. 
 
I 16 finalisti 
Tutti autori ed esecutori della propria musica, all’insegna della biodiversità di genere peculiarità del Festival, in un viaggio live  nella musica italiana  raccontato da tre conduttori d’eccezione di Rai Radio 1 John Vignola, Duccio Pasqua e Marcella Sullo.
I 16 artisti finalisti di Musicultura 2020: i nomi e le canzoni commentate dal Direttore Artistico di Musicultura Ezio Nannipieri.

SofSof  di Bagnara Calabra con La vita sognata
Sei disposto a difendere il tuo temperamento, i tuoi sogni? La risposta in una canzone sincera, che parla di vita vissuta con grinta e tenerezza.

La Zero  di Napoli  con Mea culpa
Un equilibrio suggestivo tra sonorità di avanguardia e profumi di villanella dà nuova attualità ad una domanda antica: si può morire di amore?

Peep-oh di Napoli con  Where Is the Rapstar?
Se più rapper sapessero cantare, se più cantanti sapessero rappare, se in musica cuore e cervello si frequentassero di più… avremmo più canzoni come questa.

Ernest Lo di Pescara con Ssialae
Amare senza essere ricambiati, un quadretto tragicomico, una canzone impertinente, una voce che dribbla modi e precetti dei catechismi “valoriali”.

Alberto De Luca di  Sondrio con De André
Una voce evocativa e profonda al centro di una canzone che cesella un originale equilibrio tra nobiltà cantautorale e sonorità contemporanee.

Miele di Caltanissetta con Il senso di colpa
Un cammino di liberazione dai sensi di colpa. Il tiro musicale, la maturità dell’interpretazione infondono un’urgenza speciale a questa confessione al femminile.

Paolo Rig8 di Torino con Scemi in paradiso
Un caleidoscopio imprevedibile di stili musicali felicemente al servizio di un pensiero eccentrico e di una voce che si inerpica dove vuole.

Ulula & La Foresta di Verona  con Oddio l’oblio
Una band pimpante, un’interprete che lancia in aria le sue parole come un giocoliere. In scena le peripezie del clone che a volte deleghiamo ad agire, a malincuore, in nostra vece.

Blindur di Napoli con Invisibile agli occhi
Un’orchestrazione ispirata, una chitarra nevrile, una voce che si fa anima. Come raccontare un malessere esistenziale ed insieme aprire uno spiraglio di luce. 
 
I miei migliori complimenti  di Milano con  Inter-Cagliari
Sciabolate di elettronica, una voce suggestivamente disadorna, associazioni inconsuete di concetti si fondono in una canzone di una modernità ipnotizzante.

Hanami di Napoli con Contro volontà 
Una voce struggente ed affilata, una storia di amore e di rivalsa, un connubio felicemente calibrato tra fraseggio melodico e modulazione armonica.

Costanza di Livorno  con 100 maglioni
Una giovanissima donna canta lo struggimento dell’innamorarsi, il pudore di mostrarsi con le proprie fragilità, l’accettazione della vulnerabilità come condizione per aprirsi all’altro. 

H.E.R. di Foggia con  Il mondo non cambia mai
Difficile da ascoltare senza ballare. Suoni taglienti, battito primordiale, un mantra per superare le diffidenze che ci inchiodano alla solitudine del pregiudizio.

Fabio Curto  di Acri (Cs) con  Domenica  
Una ballata dolce e malinconica, dove ci si sente presi per mano da una voce con un piede in Nord America e l’altro in Magna Grecia, che sente la verità delle parole che pronuncia. 

Senna di Ostia, (RM) con Italifornia  
Un linguaggio musicale e letterario fresco, immagini che corrono in rapida sequenza, le contraddizioni del vivere in un “ovunque” che non diventa mai “casa”.

Cogito  di Dolo, (VE) con Cicca & caffè 
Sei la mia casa ma ho perso le chiavi: basta un verso così per lasciarsi catturare dalle atmosfere dilatate di una canzone che surfa sull’onda trap senza caderci dentro. 
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