Benvenuti eroe e antieroe: l’attore domani salirà sul palco all’Alaleona di Montegiorgio con “Falstaff a Windsor”

Benvenuti eroe e antieroe: l’attore domani salirà sul palco all’Alaleona di Montegiorgio con “Falstaff a Windsor”
Benvenuti eroe e antieroe: l’attore domani salirà sul palco all’Alaleona di Montegiorgio con “Falstaff a Windsor”
di Chiara Morini
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Domenica 28 Gennaio 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 12:19

Sarà Alessandro Benvenuti il prossimo protagonista del Teatro Alaleona di Montegiorgio domani, lunedì 29 gennaio, alle ore 21,15. Salirà sul palco per “Falstaff a Windsor”, liberamente tratto da Le allegre comari di Windsor, adattato e diretto da Ugo Chiti (info 0734952067). Lo spettacolo tornerà nelle Marche il 24 febbraio a Matelica.

Il protagonista

Eroe e antieroe allo stesso tempo, il Falstaff di questo spettacolo, spiega Benvenuti, «è bello, se vogliamo particolare. Qui Windsor è solo il luogo della storia. Falstaff è raccontato nell’Enrico IV, nel V se ne annuncia la morte e poi torna ne Le allegre comari di Windsor». Chiti, per creare questo Falstaff, attinge un po’ all’uno, un po’ all’altra opera, soprattutto alla farsa. «Nello spettacolo – prosegue il protagonista Benvenuti – emerge il destino di questo personaggio, voluto dalla regina, a cui piaceva e quindi chiese a Shakespeare di farlo ancora. Ma l’autore non amava le imposizioni e forse anche per sfida finì per sbeffeggiarlo un po’». Cosa viene raccontato, quindi, dopo la “riesumazione” fatta da Shakespeare è presto detto. «Vive di nuovo - dice Benvenuti - si raccontano le avventure della sua vita, appare un fanfarone, entra nel dramma ed è allo stesso tempo umano e fragile, tragico e commovente». Un personaggio che Benvenuti interpreta, ma con difficoltà. «É difficile – racconta – per me calarmi nei suoi panni perché se esiste un uomo che proprio non sopporto è uno come Falstaff, molto distante da me. Ogni volta più che interpretarlo, vivo un’avventura “rischiosa”: ogni sera devo trovare una motivazione per fare un personaggio così diverso da me, quasi una costrizione».

Non solo obbligo, ma una parte che, studiandola, dice Benvenuti, «mi ha fatto anche capire molte cose. Il pubblico finisce per divertirsi, in fondo Chiti rende questo personaggio un po’ comico. Non lo faccio però, come molti, con l’intenzione di strizzare l’occhio al pubblico, tutt’altro».

Le motivazioni

«Spendere energie in questo modo – spiega il protagonista – fa anche meditare sul ruolo dell’attore, che non dovrebbe essere legato e rapportarsi solo con il successo di pubblico. Piacere in modo smodato e fine a sé stesso è brutto. Poi se il pubblico apprezza ben venga, ma ritengo che si debba rimanere fedeli alla storia, rappresentarla, e non farsi condizionare». Facendo riflessioni sul ruolo dell’attore si finisce inevitabilmente anche per riflettere sul teatro. «Salire sul palcoscenico – osserva Benvenuti – non è difficile oggi, è una scelta. A me viene naturale, io sono un attore ma mi servo della storia per vivere un’avventura. Sia chiaro che la mia non è una critica, perché per esempio ammiro i miei colleghi che riescono a vendere un biscotto o una lattina: se dovessi fare quello diventerei un attore mediocre, perché non sarei in grado di fare quelle cose. Se vogliamo è un limite». Ama il teatro, si sente, e se si chiede a Benvenuti se il teatro riesce ancora a dare quello che trasmetteva prima lui dice che «sì, a me sì, ma ovviamente dipende da quello che si cerca. Si deve capire se si vuole fare il piacione o raccontare storie o ancora se si vuole stare in armonia. Se si vuole dire cose utili è bellissimo. Non giudico, perché ognuno sceglie liberamente, io personalmente voglio dare il meglio».

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