“Pugni Pesanti” di e con Campitelli racconta la storia di un pugile spedito a El Alamein che con la boxe batte gli orrori della guerra

“Pugni Pesanti” di e con Campitelli racconta la storia un contadino e pugile romagnolo che nel 1940 viene spedito a El Alamein e con la boxe batte gli orrori della guerra
“Pugni Pesanti” di e con Campitelli racconta la storia un contadino e pugile romagnolo che nel 1940 viene spedito a El Alamein e con la boxe batte gli orrori della guerra
di Elisabetta Marsigli
3 Minuti di Lettura
Martedì 10 Gennaio 2023, 06:45

MACERATA FELTRIA - Lo sport per sopravvivere alla guerra: è questo il tema dello spettacolo “Pugni Pesanti” di e con Denis Campitelli, in programma giovedì 12 gennaio (ore 21,15) per la stagione del Teatro Battelli di Macerata Feltria, organizzata dal Ctu Cesare Questa dell’Università di Urbino in collaborazione con il Comune e Amat, nell’ambito di Teatri d’Autore. (Info: Amat Uffici di Pesaro 0721849053).

 
La storia

Lo spettacolo narra la storia di Anselmo Mambelli, un giovane contadino e pugile romagnolo, che nel 1940 viene spedito in Nord Africa, destinazione: El Alamein. Campitelli porta al pubblico l’incredibile storia vera di un ragazzo italiano che grazie alla passione per la boxe, riuscì a sopravvivere agli orrori della guerra. È una prima assoluta per le Marche, come sottolinea il direttore artistico del Ctu Michele Pagliaroni: «Campitelli, uno dei nomi più promettenti del teatro di narrazione, riesce sempre a trattare temi molto forti e attuali e in più c’è quella vena ironica, tipica romagnola, che da una parte è una chiave per superare un momento drammatico della vita del personaggio e dall’altra delinea il suo forte legame con il territorio in una cifra stilistica molto interessante».

Una delle particolarità della stagione del Battelli, curata dal Ctu, è proprio quella di proporre un teatro popolare, fatto anche di giovani talenti: «Il nostro rapporto con Macerata Feltria - prosegue Pagliaroni - è nato nel 2016, con una serie di laboratori e si è concretizzata d’estate con il Festival Piazze, spin off del Teatro urbano.

Grazie alla collaborazione con Amat, dall’anno scorso abbiamo preso in mano anche la stagione invernale e siamo stati premiati dal pubblico: lo scorso dicembre abbiamo fatto il record di biglietti venduti dall’apertura del teatro. C’è poi ovviamente una scelta identitaria nella programmazione, legata al teatro popolare, ma anche al rapporto con l’Università e il territorio che ci porta ad interrogarci continuamente sulle richieste dell’entroterra».


La collaborazione


Da qui nasce la collaborazione con Amat, ma anche con il Gad di Pesaro: «Con il Gad avevamo iniziato a collaborare portando degli spettacoli fuori concorso ed abbiamo subito accettato e condiviso l’idea della messinscena dei testi vincitori del Premio Conti. È un premio che sta diventando ogni anno più prestigioso e ci ha fatto molto piacere collaborare alla crescita di questo successo».

Il Cut ha il compito, per l’ente universitario, di riportare risultati concreti sul territorio «e questo ci porta a tenere sempre aperto il canale della comunicazione con le varie realtà. Tutto il progetto del Cut è coordinato da alcuni professionisti che hanno deciso di investire le loro carriere in questo ambito, ma soprattutto un è progetto di formazione sia per il pubblico che per gli studenti che lavorano proprio all’organizzazione. È una attività educativa che tende a formare degli operatori culturali a tutti gli effetti».


 

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