Stefano Ligi omaggia Lucio Dalla a Pesaro: «Mi chiamava bit per il mio aspetto anni 70. Il concerto unisce il passato al presente»

Stefano Ligi oggi e, nel 2001, con Gianni Morandi e Lucio Dalla sul palco
Stefano Ligi oggi e, nel 2001, con Gianni Morandi e Lucio Dalla sul palco
di Elisabetta Marsigli
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Lunedì 3 Luglio 2023, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 11:20

Melodie graffianti e voce acerba gli conferiscono una connotazione precisa nel panorama della musica d’autore italiana, ma la realizzazione del suo sogno di conoscere Lucio Dalla è stata la chiave del suo successo. Il cantautore urbinate Stefano Ligi, sarà giovedì 6 luglio (ore 21) sul palco di piazzale della Libertà a Pesaro per omaggiare Lucio e tanti altri grandi maestri della musica italiana. L’occasione è anche la mostra-evento “Lucio Dalla. Anche se il tempo passa”, dedicata al gigantesco poeta che ha cambiato il corso della canzone d’autore, che si è inaugurata sabato 1 luglio a Palazzo Mosca-Musei Civici e al Centro Arti Visive Pescheria, fruibile fino al 5 novembre.

 


I sogni e la realtà


Quando i sogni diventano realtà «può anche essere spiazzante», racconta Stefano, «perché poi ne devi rigenerare di nuovi, ma è stata davvero una grande emozione conoscere Lucio, collaborare con lui, che mi accompagnerà tutta la vita. Se una cosa la si vuole vivere davvero, bisogna lottare perché accada: siamo figli della nostra regia. Lucio era davvero il mio sogno, ero cresciuto con i suoi dischi e quando arrivò a Urbino feci di tutto per incontrarlo e proporgli la mia musica». Il primo incontro con Lucio «è stato da fan che chiede un autografo e trema incontrando il suo poeta preferito. Poi ho dovuto rincorrerlo ovunque perché tutti volevano lavorare con lui, dagli artisti già affermati a quelli che cercavano visibilità. Lui era gentile con tutti, ma lavorarci davvero non era così semplice». Nel 2000 esce Nuvole, la canzone che lo vede come supporter nella tournée di Lucio Dalla per 85 concerti nei più prestigiosi teatri italiani.

La sua grinta e spontaneità convincono Dalla a produrgli il primo cd in collaborazione con Roberto Costa e anche Stefano viene “battezzato” da Lucio con un soprannome, il segno inconfondibile dell’inizio della collaborazione: «Il mio era “il bit”, scritto così in italiano, ma si riferiva al mio aspetto beat anni ’70: in una Bologna raggiante e ruggente a metà anni ’90, per lui ero un cantautore “on the road”».

L'inizio con una compagnia teatrale

Ma Stefano ha anche un’infanzia molto simile a quella di Lucio: «Ho iniziato a cantare a 9 anni con una compagnia teatrale, proprio come fece lui. C’è qualcosa che unisce le persone che a volte non ti aspetti. A 15 anni, con la mia prima chitarra, iniziavo a cantare nei locali e decisi di farlo come mestiere. La cosa bella è che ho potuto avviare il mio progetto discografico dalla mia città, Urbino, senza dovermi spostare perché il mio mito aveva scelto di abitare proprio qui. Ed è proprio dalle campagne di Urbino, nella sua torre a Rancitella che Lucio ha scritto alcune delle sue più belle canzoni: quasi tutto il disco Cambio, gran parte di Ciao. Il tour Dalla Morandi venne pensato su queste colline. Era una sua base meditativa. Senza considerare la villa di Pavarotti a Pesaro, dove insieme “architettarono” Caruso». Il nostro territorio come luogo di grande ispirazione: «Sono felice di non essermi mai dovuto spostare: prendevo treni spesso per Bologna, per Roma, ma la mia base è sempre stata questo territorio, dal mare alla collina, evitando lo smog e qualche asettico ufficio. Non è un caso che anche Lucio si trovasse bene qui, no?». Nel suo concerto, Ligi omaggia non solo Dalla, ma anche i suoi amici: «da De Gregori a Rino Gaetano che forse non tutti sanno fu proprio Dalla insieme a Gino Paoli a presentare alla Rca. Il mio concerto unisce il passato al presente, le grandi radici della canzone italiana dove metto anche “farina del mio sacco”. Si balla, si canta, mentre sullo schermo gigante scorrono immagini storiche e sono sicuro che il mio Angelo peloso sorride da lassù».

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