Levante sarà lunedì 22 aprile prossimo al teatro delle Muse di Ancona con il suo nuovo spettacolo che porterà da marzo in tour nei teatri. La cantautrice presenterà “Mi manchi” in una nuova versione live dall’Arena di Verona, il suo nuovo singolo che accompagna anche “Levante ventitré, anni di voli pindarici”, il racconto su e giù dal palco di un anno straordinario, disponibile in esclusiva su Paramont+ dallo scorso 23 febbraio, un documentario che ripercorre gli ultimi dodici mesi della sua vita artistica, un anno che ha segnato in modo indelebile questa straordinaria artista della parola.
La canzone del futuro
“Mi manchi” è tratta dall’ultimo album “Opera futura” della cantautrice. «È la canzone del futuro – ha accennato – Ho capito che stavo andando nel futuro quando ho preso sottobraccio speranza e nostalgia, è così che mi equipaggio per andare avanti. Con la prima ho il coraggio di avanzare, con la seconda mi oriento. La nostalgia è una bussola, mollica di pane sul sentiero; il mio grillo parlante che, quando cala la notte, non mi fa dormire». L’album “Opera futura” contiene brani che parlano di vita attraverso gli aspetti sensoriali. «Ho parlato della vita attraverso la carne, attraverso il corpo – ha sottolineato – Mi sono scontrata con la pelle e le ossa; ho avuto l’impressione di poter toccare la musica, più che ascoltarla. Il dolore che descrivo è fisico, la gioia è provata, la delusione è un livido, la nostalgia un nodo in gola, l’ego si fa materia e così ogni emozione trova spazio in un punto del corpo affinché io diventi l’allegro chirurgo dei sentimenti».
La depressione
Levante è sempre lei, capace di parlare di grandi temi, capace di raccontarsi, anche se non è semplice farlo. «Purtroppo ho vissuto la depressione post partum – ha ammesso – Non l’ho riconosciuta subito e quando mi sono resa conto che non volevo più vivere, sono stata costretta ad affrontare seriamente quello che mi stava accadendo.
Le donne vittime
Le si rompe la voce quando parla delle donne che non ce l'hanno fatta, come Tiziana Cantone. «Si è tolta la vita per la vergogna, per quei video che giravano, per quelle voci che non le hanno fatto reggere il peso – ha chiosato – Si è uccisa, costretta da una società patriarcale e maschilista». Ma quando parla degli altri, parla anche di sé. «Anche io mi sono ritrovata in situazioni difficili e ho dovuto chiedere aiuto – ha apostrofato – A me, alla fine, è andato tutto bene, ma non posso non immedesimarmi in tutte queste ragazze che non ce l'hanno fatta, ultima Giulia, che cercava di salvare l'altro e invece non è riuscita a salvare se stessa».