URBINO Palazzo Ducale e l’Aula Magna dell’Università di Urbino "Carlo Bo" si preparano ad accogliere l’undicesima edizione del Festival del Giornalismo Culturale. Dal 5 all’8 ottobre nella Città patrimonio dell’Unesco si terrà la tre giorni con al centro il tema "Leggere per [*] – Il futuro del giornalismo nell’era degli schermi". L’asterisco serve a declinare l’attività del leggere utile per qualunque mestiere e professione della vita quotidiana. Sarà il pubblico a dargli significato.
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Il Festival
Il Festival è organizzato dall’Istituto per la formazione al giornalismo e dall’Università di Urbino in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche e con il patrocinio della Regione Marche.
Nella tre giorni di Urbino giornalisti, studiosi e scrittori forniranno delle risposte su tanti temi: Cosa cambia se non si legge più su carta ma su schermo? Quanto tempo si passa su video informativi e cosa si deposita rispetto alla lettura tradizionale? Dove e come si informano i giovani e con quali conseguenze per la loro formazione? Cosa leggono e su quali supporti i giornalisti, i mediatori, cioè coloro che fanno informazione e in particolare informazione culturale?
Il programma
Anche quest’anno sono previsti spettacoli, concorsi e letture pubbliche. Il Festival si aprirà nella serata di giovedì 5 ottobre al Cinema Nuova Luce con la presentazione del romanzo di Emanuele Coen ‘La figlia del Vesuvio’. Da venerdì 6 ottobre a Palazzo Ducale si entrerà nel vivo dell’evento con tanti panel di interesse per addetti ai lavori e appassionati, a iniziare dal ruolo dell’Intelligenza Artificiale nel contesto culturale. Nella serata di venerdì 6 ottobre ci sarà spazio per il Premio Fenice CONAI per il giornalismo ambientale giovane mentre sabato 7 ottobre tra i principali appuntamenti quello dal titolo ‘L’informazione e il pensiero critico. La democrazia informata’, con gli interventi di Annalisa Bruchi, Piero Dorfles e Agnese Pini, integrati dalla lectio affidata a Vittorio Emanuele Parsi. Domenica 8 ottobre l’attenzione si sposterà sul ‘fare informazione’ e ‘fare informazione culturale’.
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