Il jazz e i segreti della creatività, sotto esame i brani del trio composto da Pieranunzi, dal francese Ceccarelli e dal danese Fonnesbaek

Il jazz e i segreti della creatività, sotto esame i brani del trio composto da Pieranunzi, dal francese Ceccarelli e dal danese Fonnesbaek
Il jazz e i segreti della creatività, sotto esame i brani del trio composto da Pieranunzi, dal francese Ceccarelli e dal danese Fonnesbaek
di Massimiliano Viti
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Lunedì 13 Novembre 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 11:34
FERMO - Cosa passa nella mente del jazzista quando improvvisa? E qual è il rapporto tra composizione e improvvisazione? Saranno alcuni degli aspetti che musicologi e studiosi analizzeranno in tempo reale e cioè proprio durante il concerto del trio guidato da Enrico Pieranunzi. L’innovativo workshop si svolgerà presso il Conservatorio Pergolesi di Fermo nelle mattinate del 17 e 18 novembre. Ad organizzarlo è il Centro interuniversitario per la ricerca musicologica (CeIRM) diretto dal prof. Vincenzo Caporaletti, che raggruppa l’Università di Macerata, il Conservatorio di Fermo e quello di Pescara, assieme all’associazione Sferisterio di Macerata. Tutto ciò nell’ambito del progetto di rilevante interesse nazionale dal titolo “Composizione e Improvvisazione: le due identità della musica europea”. 


Il think tank


«Sarà un think tank nel corso del quale gli studiosi potranno interrompere il concerto, analizzare le musiche appena suonate e interrogare i musicisti al fine di analizzare la creatività nel suo svolgersi», spiega Caporaletti. Gli atti del convegno scientifico verranno poi pubblicati sul web per essere sottoposti ad una ulteriore analisi da parte di altri esperti. Caporaletti teorizza le musiche audiotattili «quelle in cui da parte dei musicisti prevale una modalità cognitiva/formativa che chiamo, con un neologismo, audiotattile» spiega lo stesso docente. Per questo l’etichetta di jazz non è applicabile coerentemente al panorama musicale contemporaneo. «L’arrivo del rock, del pop e di altri generi musicali ha contaminato il jazz così come era identificato nei primi anni del ‘900», spiega ancora Caporaletti. 


L’analisi


Al conservatorio di Fermo gli esperti analizzeranno le musiche prodotte dal trio formato dal pianista Enrico Pieranunzi, dal batterista francese André Ceccarelli e dal contrabbassista danese Thomas Fonnesbaek.

Trio che suonerà in concerto il 18 novembre al teatro Lauro Rossi di Macerata (ingresso gratuito). «Faremo da cavia a questa idea bellissima, innovativa e coraggiosa. Noi musicisti ci divertiremo comunque. Credo che gli studiosi saranno più in difficoltà di noi» afferma Pieranunzi, una delle colonne portanti del jazz italiano. Pieranunzi concorda con la teoria di Caporaletti della musica audiotattile: «Ora i giovani sono pieni di teoria. Studiano molto ma poi capita che quando suonano non vanno a tempo. E andare a tempo non è teorico. È come voler imparare a fare il falegname o il calciatore solo sui libri. Il ruolo del corpo è importantissimo nel jazz. Io e altri jazzisti della mia età - prosegue Pieranunzi - abbiamo studiato ascoltando dischi e suonando con i più bravi».


Lo spartiacque


E parlando del fatto che il pubblico del jazz ha un’età media sempre più alta, il professore e pianista romano ne spiega il perché: «I Beatles sono lo spartiacque. Hanno prodotto una musica che non solo tutti potevano ascoltare ma che tutti potevano suonare. Sono nate le cover band. Ed è nato un fenomeno di identificazione impossibile replicare col jazz. Un fenomeno che oggi, a causa dei social, del palinsesto radiotelevisivo e della scuola, coinvolge tutti e in misura maggiore. E credo che non si tornerà più indietro. Anzi, l’intelligenza artificiale rischia di assestare il colpo finale» chiosa Pieranunzi.

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