Esilarante, fantasy e sociale: il cortometraggio di Macchini ha come voce narrante Marcorè con un cameo di Max Giusti

Un frame del corto
Un frame del corto
di Chiara Morini
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Sabato 11 Giugno 2022, 05:00

FERMO - Comico, biografico, fantasy e sociale: ci sono ben quattro generi in “Gli ultimi saranno i mimi”, il corto girato l’anno scorso e prodotto nel 2022 a cura di Lagrù Play, «la prima nostra produzione che ha avuto il sostegno della Regione Marche» spiega la project manager Priscilla Alessandrini. 


Le Marche sono protagoniste assolute di questo film, che è stato ambientato nel centro storico di Visso, e nei teatri di Fermo, Porto San Giorgio, Civitanova Marche, Sant’Elpidio a Mare; ancora Ascoli Piceno, Jesi, Montecosaro, Montegiorgio, Offida, Petritoli, e altri luoghi fermani.

Il corto è quasi una biografia di Piero Massimo Macchini, ultimo figlio di una famiglia numerosa, cresciuto con il grande mito di Marcel Marceau. «Lo spunto della storia che raccontiamo in questo corto - spiega Macchini - nasce dalla mia partecipazione a Italia’s Got Talent, lo scorso anno, dove ho raccontato la storia di me, mio padre e il mito di Marcel Marceau, interpretando il “mio” personaggio».

Questo è anche il punto di partenza della storia del corto. Accanto a lui Mattia Toccaceli, che nel film interpreta Mattia, fratello della moglie di Piero, impersonata a sua volta da Debora Mancini. Nel cast anche Loredana Tomassini, nei panni della mamma di Piero, e Olivia Macchini (figlia del protagonista), nei panni della figlia. 


Il film si apre con il protagonista Piero in diverse fasi della vita. Per Piero a 3 anni, il volto è quello di Sebastiano Macchini (il figlio dell’attore fermano), per i 7 Lorenzo Troli, per gli 11 Nicola Borghini, per i 15 Oscar Spataro, per i 18 Edoardo Parlatoni, poi lo stesso Piero Massimo Macchini. La voce narrante è quella di Neri Marcorè. «Ci ha prestato la sua voce – racconta Macchini – è stato bello girare con lui a Roma, come con Max Giusti per la voce del prete». Il film va avanti con la famiglia seduta a tavola, a guardare la partecipazione di Piero a Italia’s Got Talent da una vecchia tv Magnadyne. Cresciuto con il mito di Marcel Marceau e avendo costruito la sua fama di mimo parlante, Piero Massimo ha avuto la sua grande occasione. Quattro sì dai giudici e per festeggiare si stappa una bottiglia: il tappo colpisce la tv e per magia il comico viene intrappolato dentro di essa.

Il problema è la tournèe “Cento spettacoli in cento teatri”, che parte ugualmente come teatro d’avanguardia, ma che invece all’inizio dello spettacolo fa uscire Piero Massimo dalla tv e tornare nel mondo reale, per poi tornare dentro alla fine. Si va avanti così fino all’ultimo spettacolo, nel teatro di Visso il cui palco, dopo il crollo della facciata a causa del sisma, dà sulla piazza. L’idea geniale del cognato Mattia lo riporta fuori dalla tv, con gli abitanti del borgo a volto pitturato di bianco come mimi. 


«Essere attori davanti a un regista – dice Mattia Toccaceli – non è stato facile arrivando dal mondo di youtube». «La comicità – aggiunge il regista Matteo Berdini – è quella di Piero Massimo, ma il film, tale è il corto, è molto di più». «Cambia solo la durata» aggiunge il direttore di produzione Gianluca Marinangeli. La presentazione a Fermo nella Sala degli Artisti alla presenza del consigliere regionale Andrea Putzu, e di amministratori locali. 

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