Federico Mondelci da Ostra Vetere ai grandi teatri e orchestre di fama

Federico Mondelci
Federico Mondelci
di Stefano Fabrizi
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Domenica 1 Marzo 2020, 01:05
OSTRA VETERE - Federico Mondelci, una eccellenza nel campo musicale per le Marche. Una passione la sua per le sette note nata fin da piccolo e alimentata nel corso degli anni he ne hanno fatto un punto di riferimento per diverse manifestazioni e concerti sia nelle Marche che fuori.

Perché il sassofono?
«È stato un caso. Dai primi anni di vita amavo la musica e sognavo di suonare uno strumento, sognavo la chitarra, il pianoforte, ma poi mi sono iscritto al corso bandistico e li ho riconosciuto subito il sassofono. Mia madre me ne acquistò uno usato a 18mila lire».

Ci può descrivere questo strumento?
«È la mia voce»

Quale altro strumento le piace?
«Amo tutti gli strumenti, in particolare gli strumenti ad arco e il pianoforte». 
Il suo repertorio varia dalla musica classica a quella moderna e non disdegna il pop. Cosa le piace di più?
«In effetti amo tutta la musica, la classica, l’opera, il jazz e la musica pop. Il rock a piccole dosi!».

Per chi ha una certa età ricorda gli album di Fausto Papetti e Johnny Sax che facevano con successo le cover dei brani più conosciuti.
Non le è mai venuto in mente di ripercorrere quella strada?

«Francamente no, se lo dovessi fare lo farei solo per fini commerciali ma nella vita ci sono delle priorità».

Oltre come solista ha diretto anche diverse e importanti orchestre, quale sono quelle che le hanno dato le soddisfazioni maggiori?
«Ogni volta è un’emozione indescrivibile, il rapporto con i musicisti, il fare musica insieme è sempre esaltante. Vero è che certi contesti, certe sale, hanno una magia particolare, come ad esempio la Scala di Milano, la Sinfonica di San Pietroburgo». 

Ha suonato in tanti paesi esteri, dove si è trovato meglio?
«Parlando di estero direi che la Russia è assai magica».

Lei è anche docente, quali sono gli input che cerca di dare ai suoi studenti? 
«Una visione: la musica è maestra, armonizza mente, anima e corpo, apre a una dimensione di trascendenza. Servono impegno, disciplina, rigore. Tutti dovrebbero suonare uno strumento, sarebbe un mondo decisamente migliore».

Lei, tra l’altro, ha molti amici musicisti nelle Marche. Ce ne cita qualcuno con il quale ha collaborato?
«Ho amici e ho avuto mentori. Come non ricordare Stefano Scodanibbio un genio del contrabbasso, morto prematuramente qualche anno fa, col quale ho condiviso molte esperienze di musica contemporanea. Come mentore il grande cantante Sergio Bruscantini e ora tanti tanti musicisti con i quali sono in contatto e collaboro a partire dai professori dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana».

Come è nata l’idea del MonteSaxNovo Festival che si svolge a Ostra Vetere?
«Da un progetto di vita con la mia compagna che proviene invece da esperienze manageriali di successo. Ad Ostra Vetere abbiamo cominciato ad immaginare un luogo in cui confluire totalmente e insieme abbiamo condiviso un anelito a realizzare un ideale culturale calato nella realtà di un antico borgo, dove il borgo è realmente fruibile non solo come esperienza estetica ma come esperienza di bellezza all’interno di un ecosistema vibrante con ogni aspetto della vita reale, che pertanto va realmente pensato e sviluppato da ogni angolazione della sua antica tradizione nelle sue infinite potenzialità, soprattutto quelle che appaiono ormai dimenticate. Il titolo MonteSaxNovo Festival riconduce al nome arcaico di Ostra Vetere – Montenovo, il format unico e originale unisce la grande musica che fa da sfondo all’alta formazione, l’arte contemporanea in toto, le tradizioni della terra e dei suoi raccolti, l’olio, il vino… e dulcis in fundo la pittura del famoso concittadino di Ostra Vetere Leonardo Cemak senza dimentica... l’archeologia».

Per chiudere, una domanda classica: i prossimi impegni.
«Tanti progetti. Ho ideato per il 2020 un programma che comprende un omaggio a Federico Fellini nel centenario della nascita con una rivisitazione delle melodie scritte da Nino Rota per i suoi film più celebri. Questo progetto per sassofono e orchestra lo porterò davvero in tutto il mondo, non dimenticando ovviamente le Marche. 
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