Finardi live a dicembre al Ventidio Basso di Ascoli: «Porto sul palco un canto di battaglia e di speranza per ripartire e lottare perché tutto non sia mai più come prima»

Il cantautore Eugenio Finardi
Il cantautore Eugenio Finardi
di Filippo Ferretti
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Martedì 2 Novembre 2021, 07:45

ASCOLI - Ha sempre anticipato i tempi, cantando in inglese prima ancora che in italiano, raccontando la forza dei sentimenti e battendosi per importanti temi politici e civili. È Eugenio Finardi, cantautore polistrumentista che ha saputo concepire capolavori nel campo sette note frequentando ambienti di tutto il mondo e facendosi portavoce di grandi battaglie sociali. Un artista impegnato e duttile, in grado di esprimere sublimi poesie come agguerrite lotte rock.

 
Sarà ad Ascoli, al teatro Ventidio Basso il prossimo 4 dicembre, in un appuntamento voluto dal primo cittadino per inaugurare quel cartellone di concerti “live” che per tanto tempo è mancato nel capoluogo piceno. Sarà lui il protagonista di un concerto che rientra nel tour “Euphonia!”, recital che arriva in seguito al nuovo singolo di Finardi intitolato “Milano chiama”, uscito durante il periodo pandemico. La serata rappresenterà un modo diverso per approcciare il repertorio del cantante, chitarrista e percussionista lombardo, le cui modalità sonore cambiano in maniera differente ad ogni tappa del giro di concerti. «La voglia era di creare una suite che sviluppasse al massimo il flusso per toccare le corde di emozioni profonde: un concerto unico in cui sperimentare, improvvisare, crescere stimolando ed assecondando l’emozione del pubblico», anticipa Finardi, da più di quarant’anni il guru della canzone d’autore indipendente italiana, che il Covid ha portato a scrivere il nuovo pezzo, un brano carico di energia, permeato da note ora malinconiche, ora ironiche e arrabbiate, nello stile che ha reso celebre il primo cantautore indie italiano. «Mai siamo stati così costretti a restare in quiete, ascoltare un oceano di silenzio, soli», dice Finardi delle atmosfere che hanno permesso la creazione della sua ultima canzone. «Un brano che è un canto di battaglia e di speranza per ripartire con ancora più forza e lottare perché tutto non sia mai più come prima», spiega a proposito di “Milano chiama”, inserito nella sua scaletta ricca di titoli: dal febbrile inno senza tempo intitolato “Musica ribelle” alla dichiarazione d’amore espressa in “Non è nel cuore”, sino alla struggente dedica per sua figlia Elettra, affetta della sindrome di Down, in “Le ragazze di Osaka”. E poi l’incontro con il pop sanremese avvenuto con “Vorrei svegliarti” e la traduzione della ballata yankee di Joan Osborne “One uf us”, diventata “Uno di noi” appunto, passando per le immortali dediche alle figure femminili della sua vita, da “Patrizia” a “Katia”, senza dimenticare il brano cult che lo fece conoscere, “Extraterrestre”.
«“Euphonia” è un flusso ininterrotto che, attraversando vari stati emozionali, accompagna l’ascoltatore: un’esperienza che va al di là della normale sequenza di canzoni, legandole e fondendole nell’improvvisazione e nel mistero dell’enarmonia, che è la magica capacità delle note di cambiare senso e funzione a seconda della tonalità», evidenzia Finardi a proposito dello spettacolo, frutto dell’intesa con i musicisti Mirko Signorile e Raffaele Casarano.

Una serata di canzoni con omaggi che Finardi rivolge agli autori a lui più cari, Battiato e Fossati. 

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