ANCONA - Luigi Vanvitelli è una sorta di nume tutelare di Ancona, il patrono laico. L’artista olandese, figlio di Caspar van Wittel, che aveva trovato fortuna come vedutista a Roma, era poco più che trentenne quando approdò nella città dorica, con l’incarico di progettare il lazzaretto. Papa Clemente XII intendeva così risarcirlo della mancata assegnazione, nella Capitale, delle commesse per la facciata di S. Giovanni in Laterano e della Fontana di Trevi.
L’opportunità
Quello che sembrava un premio di consolazione, si rivelò, per il giovane Vanvitelli, una splendida opportunità. Ebbe modo di sperimentare qui, e affinare, perizia architettonica e urbanistica, col ridisegnare l’arco del porto dorico, a partire dall’isola artificiale pentagonale, il Lazzaretto, tuttora emblema di Ancona. Per questo, l’anno in cui cade il 250° anniversario della sua morte vedrà la città protagonista, con Caserta, delle celebrazioni. Qui si svolgerà, dal 7 al 9 settembre, il convegno internazionale di studi a lui dedicato. E si inaugura oggi, in Pinacoteca, una mostra di incisioni e di suoi disegni. È stata presentata ieri a Palazzo Bosdari dal sindaco Daniele Silvetti, accompagnato da Anna Maria Bertini e Daniele Berardinelli, assessori rispettivamente a Cultura e Turismo. Con loro, il curatore della mostra e responsabile della civica collezione, professor Stefano Zuffi, ha illustrato le caratteristiche dell’esposizione. Vi si accede dalla sala dedicata alla Pala Gozzi e alla Crocifissione del Tiziano che, assieme alla Pala dell’Alabarda di Lorenzo Lotto, impreziosiscono la Pinacoteca.
Il dipinto di Daretti
Ad accogliere il visitatore è l’incisione settecentesca di Giuseppe Vasi, che rappresenta la Mole Vanvitelliana sullo sfondo del porto, circondata da medaglioni che raffigurano le altre realizzazioni di Vanvitelli ad Ancona: il tempietto di San Rocco, la facciata della chiesa del Gesù, l’arco Clementino, su cui ancora troneggia la statua di Clemente XII, poi spostata a piazza Grande, e la Lanterna che chiudeva il porto.