Vanvitelli e Ancona tra sogni e rivincita, alla Podesti una mostra per i 250 anni dalla scomparsa del grande architetto

Vanvitelli e Ancona tra sogni e rivincita, alla Podesti una mostra per i 250 anni dalla scomparsa del grande architetto
Vanvitelli e Ancona tra sogni e rivincita, alla Podesti una mostra per i 250 anni dalla scomparsa del grande architetto
di Lucilla Niccolini
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Giovedì 22 Giugno 2023, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 11:29

ANCONA - Luigi Vanvitelli è una sorta di nume tutelare di Ancona, il patrono laico. L’artista olandese, figlio di Caspar van Wittel, che aveva trovato fortuna come vedutista a Roma, era poco più che trentenne quando approdò nella città dorica, con l’incarico di progettare il lazzaretto. Papa Clemente XII intendeva così risarcirlo della mancata assegnazione, nella Capitale, delle commesse per la facciata di S. Giovanni in Laterano e della Fontana di Trevi. 

L’opportunità

Quello che sembrava un premio di consolazione, si rivelò, per il giovane Vanvitelli, una splendida opportunità. Ebbe modo di sperimentare qui, e affinare, perizia architettonica e urbanistica, col ridisegnare l’arco del porto dorico, a partire dall’isola artificiale pentagonale, il Lazzaretto, tuttora emblema di Ancona. Per questo, l’anno in cui cade il 250° anniversario della sua morte vedrà la città protagonista, con Caserta, delle celebrazioni. Qui si svolgerà, dal 7 al 9 settembre, il convegno internazionale di studi a lui dedicato. E si inaugura oggi, in Pinacoteca, una mostra di incisioni e di suoi disegni. È stata presentata ieri a Palazzo Bosdari dal sindaco Daniele Silvetti, accompagnato da Anna Maria Bertini e Daniele Berardinelli, assessori rispettivamente a Cultura e Turismo. Con loro, il curatore della mostra e responsabile della civica collezione, professor Stefano Zuffi, ha illustrato le caratteristiche dell’esposizione. Vi si accede dalla sala dedicata alla Pala Gozzi e alla Crocifissione del Tiziano che, assieme alla Pala dell’Alabarda di Lorenzo Lotto, impreziosiscono la Pinacoteca.

Il dipinto di Daretti

Ad accogliere il visitatore è l’incisione settecentesca di Giuseppe Vasi, che rappresenta la Mole Vanvitelliana sullo sfondo del porto, circondata da medaglioni che raffigurano le altre realizzazioni di Vanvitelli ad Ancona: il tempietto di San Rocco, la facciata della chiesa del Gesù, l’arco Clementino, su cui ancora troneggia la statua di Clemente XII, poi spostata a piazza Grande, e la Lanterna che chiudeva il porto.

Stefano Zuffi indica con orgoglio due disegni acquarellati, che portano la firma dell’architetto, già esposti al Museo della Città, e una serie di incisioni progettuali. Poi, il quadro di Filippo Boni documenta il crollo della polveriera sul molo Nord, ai piedi di quella Lanterna, che sarebbe stata decapitata di lì a poco, in quanto pericolante. Sullo sfondo, il dipinto di Scipione Daretti, che raffigura architetture neoclassiche, «testimonia – faceva ieri notare il prof Zuffi – come il magistero di Vanvitelli abbia formato il gusto e la sensibilità al bello degli anconetani». I neo assessori Bertini e Berardinelli hanno auspicato che le celebrazioni vanvitelliane divengano volano di turismo culturale per la città, come il Grand Tour, ideato e condotto da Annalisa Trasatti e Marta Paraventi. Grazie a esso, i visitatori scopriranno i luoghi che, tra centro storico, porto e Guasco, portano la firma di Luigi Vanvitelli. «Un’opportunità per consolidare la nostra identità – ha detto infine il sindaco Silvetti – di cui ringraziamo la precedente amministrazione». E ha quindi mostrato interesse per l’idea, a suo tempo lanciata da Michele Polverari, di affiggere in porto una gigantografia della veduta del Vasi, esposta in Pinacoteca. 

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