ANCONA - “Tredici canzoni urgenti” sono protagoniste del concerto di Vinicio Capossela, il prossimo 8 novembre alle ore 21 al Teatro delle Muse di Ancona. La serata, che fa parte di Spilla festival, è uno degli appuntamenti del tour “Con i tasti che ci abbiamo – tredici canzoni urgenti in teatro”.
Il titolo
Il titolo del tour trae spunto dall’album di Capossela uscito lo scorso aprile, ma anche dai tasti mancanti di un pianoforte. «Quando mancano – scrive il cantautore – bisogna cercare melodie con quelli che sono rimasti, il nostro concerto vorrebbe essere un invito a fare con quello che si ha, a fare dei limiti una possibilità e soprattutto a non avere paura di sbagliare». Un invito fatto da Capossela, rivolto al non aver paura di commettere errori, nell’ambito delle esperienze umane, «come per lo sporcarsi i piedi in una pozzanghera, ma è un concetto che è sempre più attuale, che possiamo ritrovare nella metafora di Moby Dick». Il viaggio attraverso il mare, che diventa metafora della vita umana nel libro di Melville. Metafora è anche la grande luna protagonista della parte scenografica dello spettacolo, che richiama alla memoria l’allegoria di Ariosto. «Il poeta reggiano – spiega Capossela – ha considerato il senno sulla luna, dove ci sono anche tutte le cose per le quali si perde il senno sulla terra. In scena abbiamo messo solo video proiezioni e una grande luna gonfiata come un salvagente, voluta in questo modo perché il senno può ricordarci di tutte le vanità delle cose».
I temi
Nessuno spoiler, però, sui titoli che caratterizzeranno il concerto anconetano, anche se, riguardo la città, Capossela si dice «dispiaciuto per i tagli di risorse che ci sono stati, anche per la rassegna di cui fa parte la tappa anconetana del mio tour, o “La mia generazione festival”. Ricordo un’Ancona sempre aperta agli scambi culturali, è brutto vedere i tagli alla cultura». Comunque il cantautore spera che «dal concerto lo spettatore possa uscire con qualche consapevolezza e principio di speranza in più rispetto a quando è entrato nel teatro». Una consapevolezza che di fatto rappresenta l’urgenza, per l’artista, di dare voce ai problemi del momento storico che si vive. Con la musica e le parole, in perfetta armonia, dice l’artista, «in modo tale che la musica, alla quale è affidata la componente emozionale, non sovrasti la storia, ma la accompagni per allargare il pensiero. A inizio serata una voce artificiale inviterà a spegnere i device augurando alla fine un “buon risveglio”, da un sonno visto come una tregua». Tra i brani in scaletta anche “La cattiva educazione” dove Capossela canta con Margherita Vicario sulla violenza di genere.