Amadeus non farà il trittico. L’Ama Ter non ci sarà. Come non ci è stato il Conti Ter. Chi sarà dunque il nuovo Draghi che si prenderà il Sanremo del prossimo anno? Per il momento si sa solo che il ticket Amadeus-Fiorello cede il passo. “Due eventi storici” possono bastare, sottolinea il direttore artistico che ha ringraziato Teresa De Santis e Stefano Coletta per averlo scelto alla guida del Festival. Comunque, Fiorello disse la stessa cosa anche alla fine del Festival scorso.
«Sanremo è un evento, un progetto, non è un programma tv.
Amadeus sembra deciso. Proprio nell’anno in cui ha compiuto un miracolo mollando i freni inibitori e diventando un’ottima spalla divertente dello scatenato Fiorello. Perché gli abbiamo visto fare cose che voi umani…
A proposito di Fiorello: anche oggi ha snobbato la conferenza stampa. Nonostante le promesse fatte.
Il direttore di Rai1, Stefano Coletta, ha elogiato Ama e Fiorello che hanno vinto una sfida. «Un atto eroico della Rai. Lo rivendico con grande forza e serietà per questa operazione culturale. Abbiamo risposto agli appelli dei politici e degli italiani dando un segnale forte con un intrattenimento sobrio. Con grande coraggio, nobiltà e sintonia con il Paese: un Festival epico».
In corso c’è un cambio generazionale nella platea tv. Lo sottolinea Elena Capparelli, responsabile di RaiPlay: «Sanremo piace al pubblico digitale. Soprattutto alle fasce più giovani, quelle 15-24 e 25-34 anni cresciute del 120% rispetto alle fruizioni del 2020. Nell’on demand si registra un 90% in più. È cambiato il modo di guardare la tv, soprattutto per i giovani, la visione non è lineare, ma si concentra su clip e altro come le più di 100 interviste realizzate da Radio2. I video più visti sono stati quelli di Maneskin con Agnelli, Meta e Achille Lauro. Raddoppiati i dati smart tv e +30% di interazione sui social, con un +60% di Instagram».
Stasera serata finale con la presenza di Giovanna Botteri che lancia la crociata «Cominciamo ad amarci con i nostri difetti, siamo persone normali e viva la normalità». La giornalista e inviata di guerra della Rai ha confessato di essere emozionata: «La responsabilità di Sanremo è quasi peggio delle bombe. Il mantra del Festival è quello di non dimenticare e accarezzare le ferite. Penso che questo Festival ci abbia fatto sentire quell’Italia che lotta col cuore, con voglia e coraggio, su come si deve vivere con questa ferita».
Achille Lauro ha tenuto a precisare che ogni sua performance «non è solo un costume ma un viaggio nei generi e io ho incarnato il genere. Perché la musica di oggi si guarda anche».