Cavalleria e Pagliacci, un palco da cartolina
incanta il pubblico dello Sferisterio

Rafael Davila e Chiara Fracasso in Cavallaria rusticana (Ufficio stamp
Rafael Davila e Chiara Fracasso in Cavallaria rusticana (Ufficio stamp
di Federica Acqua
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Domenica 19 Luglio 2015, 17:07 - Ultimo aggiornamento: 21 Luglio, 16:43

MACERATA - È il sole, il colore e il sapore della Sicilia, quello che dal palco di uno Sferisterio sold out ha raggiunto ieri sera gli spettatori al debutto del dittico Cavalleria Rusticana di Mascagni e Pagliacci di Leoncavallo a Macerata Opera Festival.

Il regista italo-sudafricano Alessandro Talevi ha voluto ricreare un Sud da cartolina delineandone i confini storici attraverso una piazza sormontata da una scalinata in stile liberty, animata da paesani in costumi fine Ottocento, per fissare - con effetto a contrasto - l'attenzione drammaturgica sulla dimensione dei sentimenti di passione, gelosia e morte che anima le due opere veriste.

Il risultato, anche grazie all'ottimo cast, alla direzione d'orchestra brillante e sicura di Christopher Franklin, sul podio della Form, e alle scene di Madaleine Boyd, è quello di uno spettacolo godibilissimo che ha suscitato continui applausi a scena aperta.

In Cavalleria, la dolente figura di Santuzza, concessasi per amore a Turiddu che però ama Lola, moglie di Alfio, viene relegata attraverso il bel gioco di luci di Alessandro Verazzi a un lato della piazza, scena unica della vicenda di una domenica di Pasqua.

Emarginata ('sono scomunicatà canta) dalla sua scelta e quasi pazza di dolore, racconta il tradimento ad Alfio, che uccide in duello il rivale, in un riuscito fuori scena che proietta la lotta dei due come ombre sul muro del palco.

In Pagliacci, la scena si concentra sul carrozzone ambulante dei teatranti per dar vita al tragico triangolo amoroso tra il pagliaccio Canio, la moglie Nedda e l'amante di questa, Silvio, svelato per vendetta al capocomico da Tonio, perchè rifiutato da Nedda, con l'uccisione degli amanti (e suicidio di Canio introdotto dal regista), trasformando la commedia in drammatica realtà.

Ma qui la scena è continuamente movimentata dai coristi-spettatori, una novantina tra quelli del coro 'V. Bellinì e i bambini del Pueri Cantores 'D. Zamberlettì, negli splendidi e coloratissimi costumi mediterranei di Manuel Pedretti, che si raggruppano dando vita a vere e proprie foto d'epoca di famiglia.

Incantevole anche lo spettacolo degli ambulanti in un teatrino costruito con oggetti bidimensionali come quelli delle figure di carta dei bambini, in cui gli attori si muovono frontalmente come marionette, come pure la trovata scenica di rappresentare il volo degli uccelli evocati da Nedda nel suo sogno di libertà, facendo muovere in scena a dei bambini (applauditissimi) lunghe aste con attaccati volatili di carta.

Bravissima Anna Pirozzi (Santuzza/ Nedda), soprano versatile e di grandi doti vocali, capace di dare alle due interpretazioni il giusto accento, grazie a una voce sempre solida, squillante negli acuti, e agile nel portamento. Una vera prima donna. Bene anche Rafael Davila, che non ha mai cercato effetti di facile presa (soprattutto in Pagliacci), pur nell'ottima immedesimazione scenica, sfoggiando un timbro tenorile sicuro e di bella estensione.

Applauditissimo il Tonio di Marco Caria, convincente anche teatralmente sia nel prologo che nelle vesti di attore deforme, cui ha donato coloritura e brillantezza di voce, come anche il Silvio di Giorgio Caoduro, di bella e morbida voce, e l'Arlecchino del giovanissimo Pietro Adaini. Perfettamente in parte anche Alberto Gazale (Alfio), Chiara Fracasso (Mamma Lucia), ed Elisabetta Martorana (Lola). Repliche il 24 luglio, 2 e 8 agosto.

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