MACERATA - Sabato 18 luglio va in scena allo Sferisterio la nuova produzione del Macerata Opera Festival del dittico Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo.
Il nuovo allestimento è a firma del regista italo-sudafricano Alessandro Talevi, al debutto allo Sferisterio. Con Talevi hanno collaborato Madelein Boyd alla scenografia, Manuel Pedretti ai costumi e Alessandro Verazzi alle luci.
Sul podio a dirigere l’Orchestra Filarmonica Marchigiana Christopher Franklin, già apprezzato a Macerata nel 2013, in Sogni di una notte di mezza estate, con Lella Costa.
È l’Italia vista da un figlio di italiani emigrati in Sudafrica quella che Alessandro Talevi porta in scena con Cavalleria e Pagliacci, quella idealizzata e immaginata dai racconti, delle storie dei genitori. La stessa immagine da cartolina, da sogno che spesso accompagna il pensiero che dell’Italia hanno gli stranieri, luogo di bellezza, di arte, d’idillio e felicità. Ma la bellezza, l’armonia e il folklore si scontrano con quelle che sono le storie reali, i drammi e i dolori di uomini, donne, nella vita di tutti i giorni. “Come dice il narratore del Prologo di Pagliacci, ha cercato di dipingere uno squarcio di vita – dice Talevi - Questo vuol dire un brutale e sensuale ‘triangolo d’amore’ tra due amanti (tenore/soprano) e un povero disdegnato (il baritono) che finisce con uccidere uno (o due in Pagliacci) degli amanti”. È questa la doppia chiave che Talevi usa per mettere in scena i due titoli veristi: il contrasto tra l’immagine esotica, idilliaca del Sud immaginato negli ambienti borghesi di fine Ottocento e inizi Novecento del Nord Italia e d’Europa, e la durezza della vita reale di quel mondo contadino fatto di riti arcaici, di drammi e disperazione.
Il doppio volto del verismo, secondo Talevi, che sceglie allora di raccontare quel mondo all’interno di una scena Liberty, un grande cerchio, ambientazione cristallizzata, trionfo di immobilità e centro greco entro cui l’azione il dolore prendono forma attraverso le vicende narrate e se in Pagliacci lo spettacolo nello spettacolo assume ancora di più i toni del grottesco nella scelta dei costumi, da questo cerchio/mondo ideale in Cavalleria è estromessa la donna, la traditrice, la fedigrafa Santuzza. Talevi ferma il tempo come in un quadro. La balaustra decorata al centro della scenografia è il filtro per il dolore che traspare dalle due opere.
Sul palco protagonista nei ruoli di Santuzza e Nedda è Anna Pirozzi. Il soprano debutta al Macerata Opera Festival nel pieno della sua maturità: a questa prova, seguiranno i debutti nell’Aida diretta da Noseda al Teatro Regio di Torino e, a inizio 2016, il debutto al Teatro alla Scala di Milano, nella parte di Lucrezia Contarini ne I due Foscari. Soprano versatile ed espressivo, voce rivelazione del Festival di Salisburgo nel 2013, dove si è esibita in Nabucco diretta da Riccardo Muti, il suo repertorio spazia dalla parte di Amelia in Un ballo in maschera, debuttata al Teatro Regio di Torino, a Tosca, Leonora nel Trovatore, la Contessa nelle Nozze di Figaro e Desdemona nell’Otello di G. Verdi.
Pietro Mascagni/Ruggero Leoncavallo
Cavalleria rusticana/Pagliacci
Direttore: Christopher Franklin
Regia: Alessandro Talevi
Scene: Madeleine Boyd
Costumi: Manuel Pedretti
Disegno Luci: Alessandro Verazzi
Cavalleria rusticana
Santuzza: Anna Pirozzi
Turiddu: Rafael Dávila
Alfio: Alberto Gazale
Lucia: Chiara Fracasso
Lola: Elisabetta Martorana
Pagliacci
Canio / Il Pagliaccio: Rafael Dávila
Nedda / Colombina: Anna Pirozzi
Tonio / Taddeo: Marco Caria
Beppe / Arlecchino: Pietro Adaini
Silvio: Giorgio Caoduro
Contadino: Andrea Cutrini
Contadino: Francesco Solinas
Le date: 18, 24 luglio – 2, 8 agosto 2015, ore 21