Natale, Italia zona rossa per le Feste. Coprifuoco anticipato, due ipotesi: le 18 o le 20

Natale, Italia rossa per le Feste. Coprifuoco anticipato, due ipotesi: le 18 o le 20
Natale, Italia rossa per le Feste. Coprifuoco anticipato, due ipotesi: le 18 o le 20
di Alberto Gentili
6 Minuti di Lettura
Martedì 15 Dicembre 2020, 00:26 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 08:13

Dopo una giornata di tormenti, con il governo spaccato, una sola cosa è certa. Il Comitato tecnico scientifico chiede una stretta per le Feste di Natale, una zona rossa nazionale. Ma Giuseppe Conte frena, teme «proteste sociali» e per «la tenuta psicologica del Paese». Così solo nelle prossime ore si conoscerà l’entità del giro di vite.

Le ipotesi: lockdown duro o zona rossa nazionale

Le ipotesi sono diverse. Il fronte “rigorista” guidato da Roberto Speranza (Salute), Francesco Boccia (Regioni) e dal capodelegazione del Pd Dario Franceschini (Cultura) spinge per un lockdown duro (con il divieto di uscire di casa) nei festivi e prefestivi. Oppure, come punto di mediazione, per una zona rossa nazionale. Nell’uno o nell’altro scenario i giorni di divieto sarebbero in tutto 12. Le date: 19-20 e 24-27 dicembre, 31 dicembre-3 gennaio, 5-6 gennaio. Questo per impedire le resse nelle strade dello shopping e nei negozi nell’ultimo week-end di acquisti natalizi e poi riuscire a sventare il rischio dei pranzi e delle tombolate tra gruppi familiari non conviventi. Per le cene c’è il coprifuoco dalle 22, che però dovrebbe essere anticipato alle 18 o alle 20. Oppure, in alternativa, il lockdown o la zona rossa dal 23 o 24 dicembre al 6 gennaio.

Se fosse lockdown scatterebbe il divieto di uscire di casa, se sarà zona rossa chiuderanno i ristoranti e i negozi. E al momento prevale questa seconda ipotesi, visto l’orientamento del Cts.

Conte, sostenuto dalla renziana Teresa Bellanova, invece preferirebbe una zona arancione nazionale nelle stesse date o nello stesso periodo. In questo caso sarebbero salvi i negozi e la libertà di movimento. E a pagare il prezzo della stretta sarebbero solo bar e ristoranti. In più il premier è contrario, e dovrebbe averla vinta, a far scattare la stretta il prossimo week-end che però si annuncia «come il più pericoloso, visto che sarà l’ultimo fine settimana utile per comprare i regali di Natale», come dice un ministro rigorista.

La decisione verrà presa tra questa sera o domani, forse chiedendo la benedizione del Parlamento visto che il Senato è chiamato a votare alcune mozioni sulla libertà di spostamento tra piccoli Comuni confinanti il 25 e 26 dicembre e 1°gennaio. Ma se dovesse prevalere in extremis la linea del lockdown duro, nessuno potrebbe uscire di casa. Ed è questo l’obiettivo di chi, come Boccia, teme la terza ondata dell’epidemia: «Le ulteriori restrizioni saranno finalizzate a limitare o eliminare gli assembramenti familiari».

La giornata di ieri è stata segnata da «un lungo tormento», come riferisce più di un protagonista. Il vertice del mattino durato quasi quattro ore, tra Conte, i tecnici del Cts guidati da Agostino Miozzo, i capidelegazione Franceschini, Speranza, Alfonso Bonafede, Bellanova e i ministri Francesco Boccia (Regioni) e Luciana Lamorgese (Interni), è stato una sorta di psicodramma. Dopo la tregua della sera prima, quando era prevalsa all’unanimità sulla necessità di «una nuova stretta» per provare a scongiurare la terza ondata dell’epidemia, sono riesplose le divisioni. Chi ha assistito all’incontro, narra di un «vertice molto tormentato», di «governo lacerato». «Più che di maretta si può parlare di tempesta...». Da una parte, appunto, Conte e la Bellanova, contrari al lockdown nazionale. Dall’altra Franceschini, Boccia e Speranza decisi a inasprire le misure seguendo il “modello Merkel”. In mezzo, su una posizione mediana, il 5Stelle Bonafede.

Le resse per lo shopping

«Ciò che è accaduto nel week-end, con le strade dello shopping piene, le resse davanti ai negozi, i bar affollati per l’aperitivo è inaccettabile», hanno detto gli alfieri della linea rigorista, «se non decidiamo misure forti, a gennaio ci troveremo con gli ospedali di nuovo al collasso e migliaia di morti. E se è vero che ora i dati dei contagi sono più bassi, la curva resta preoccupante. La terza ondata in Europa e nel mondo è già nelle cose: oltre alla Germania anche l’Olanda andrà in lockdown, al pari di Londra e New York. Non possiamo restare inerti».

Conte ha alzato il disco rosso: «Quei Paesi finora non avevano adottato misure restrittive, invece noi sì e molte Regioni hanno subito forti stress. In più, ci troviamo con i cittadini che hanno aspettative per il Natale. Se stringiamo troppo, inneschiamo proteste sociali. Temo per la tenuta psicologica del Paese. Senza contare che se chiudiamo, servirà un altro decreto molto oneroso con nuovi ristori». Con lui la Bellanova che ha denunciato l’atteggiamento «ondivago» del governo. Ma ha anche accusato Conte di aver lanciato proprio adesso il piano per il cashback: «Si sono incentivati gli acquisti fisici con la garanzia del rimborso previo utilizzo della moneta elettronica, forse bisognava prevedere che le persone si sarebbero affollate nelle strade commerciali».

La zuffa si è chiusa con un invito al Cts a formulare delle proposte e a dare indicazioni. E queste sono arrivate informalmente, prima del lungo vertice andati avanti fino a sera e che è stato aggiornato a oggi a causa delle divisioni all’interno del Comitato. C’era chi voleva il lockdown duro per dare copertura al fronte rigorista e chi, visto che la curva in discesa dell’epidemia, ha spinto per la zona rossa «per tutto il periodo di Natale». E questa linea è quella destinata a prevalere. Perché «è impossibile un controllo capillare del territori». Conclusione: «Bisogna estendere le misure di contenimento, altrimenti a gennaio saremo nei guai».

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