Violenze sulla moglie a Marotta, lei costretta a passare con la figlia la notte nel pollaio: condannato a 2 anni e ad un corso per uomini maltrattanti

Violenze sulla moglie a Marotta, lei costretta a passare con la figlia la notte nel pollaio: condannato a 2 anni. Dovrà seguire un corso rieducativo
Violenze sulla moglie a Marotta, lei costretta a passare con la figlia la notte nel pollaio: condannato a 2 anni. Dovrà seguire un corso rieducativo
di Luigi Benelli
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Mercoledì 28 Febbraio 2024, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 29 Febbraio, 07:21

MAROTTA La condanna e l’obbligo di frequentare un corso per uomini maltrattanti. Ieri la sentenza dopo il rito abbreviato davanti al giudice per l’udienza preliminare di Pesaro per un 58enne albanese residente a Marotta accusato di maltrattamenti in famiglia e rapina. 

Secondo l’accusa l’uomo, operaio, in preda a scatti d’ira dovuti alla gelosia avrebbe procurato alla moglie 50enne e alla figlia minorenne sofferenza psicologica e fisica, costringendole a vivere nel terrore rispetto alle minacce di morte ricevute. La sera di Capodanno del 2019, la moglie aveva rovesciato un bicchiere di grappa e lui era scattato come una furia. La donna e la figlia minore erano scappate di casa per la paura. Non avendo altro riparo avevano dormito in un pollaio al freddo.

Le condotte contestate

Tra le condotte contestate la pretesa di rapporti sessuali contro la volontà della donna. «Non lo vuoi fare con me, ma lo fai al lavoro» la insultava.

Umiliazioni verbali, sputi ma anche pugni e spinte tanto da provocare alla moglie la rottura delle costole. Un fatto che la donna non avrebbe mai voluto refertare per paura di ritorsioni. L’accusa di rapina è scattata perché durante una lite le aveva preso il telefonino.

Risarcimento di 40 euro

La donna viveva in un clima di paura ma finalmente nel maggio scorso ha trovato il coraggio di denunciare e dopo le prime indagini è scattato il divieto di avvicinamento fino a 500 metri nei confronti delle donne di casa. L’imputato ha sempre respinto le accuse. Il giudice lo ha condannato a 2 anni di reclusione e al risarcimento di 40mila euro nei confronti di moglie e figlia, costituitesi parte civile tramite l’avvocatessa Claudia Fabiani. Dovrà frequentare un corso per uomini maltrattanti per avere la sospensione della pena.

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