San Bartolo, scontro sul Cda allargato
e la Provincia verrà tagliata fuori

San Bartolo, scontro sul Cda allargato e la Provincia verrà tagliata fuori
San Bartolo, scontro sul Cda allargato e la Provincia verrà tagliata fuori
di Miléna Bonaparte
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Mercoledì 28 Dicembre 2022, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 12:28

PESARO Acceso scontro politico in Regione, allargato ai Comune di Pesaro, Gabicce e Provincia, su chi governerà l’Ente parco San Bartolo e controllerà i finanziamenti dell’area protetta. Una prova di forza tra maggioranza e opposizione sull’allargamento del cda da 5 a 7. E il rischio concreto è che, nel rimpallo infinito, vadano persi tra i 70 e 80mila euro di finanziamenti per le attività di valorizzazione e tutela. Al centro del dibattito la proposta di legge per riformare la gestione dell’ente, presentata dal consigliere regionale di FdI Nicola Baiocchi e messa in scaletta in via d’urgenza nell’ultima seduta dell’anno di domani, in coda al voto del bilancio di previsione. Secondo le opposizioni, volutamente in sordina. La riforma aumenta da uno a tre i membri indicati dalla Regione nel direttivo del Parco San Bartolo e di fatti taglia fuori la Provincia di Pesaro Urbino. La logica sarebbe, i finanziamenti vengono da Ancona ed è la Regione a governare la riserva.

Tensione

E intanto il testo approda in aula senza i pareri tecnici di Crel e Cal, che dovevano essere discussi nella commissione ambiente di ieri, ma non sono mai arrivati sul tavolo perché sia al Consiglio regionale dell’economia e del lavoro sia al Consiglio delle autonomie locali è mancato il tempo necessario. Dura a tal proposito la nota del Crel che rispedisce al mittente la riforma sostanzialmente per tre ragioni: l’impossibilità per l’organismo di dare un contributo, la fretta di approvare il testo e le scarse informazioni ricevute. E la Provincia tagliata fuori, in coordinamento con l’Upi Marche, ha di fatto voluto bloccare nel Consiglio delle autonomie locali la proposta di legge. Negli ultimi due anni, da quando la destra è al governo, non era mai successo in consiglio regionale che si saltasse questo passaggio dei pareri tecnici. Lo rimarca Micaela Vitri del Pd, in prima linea anche come consigliera unica rappresentante pesarese della commissione ambiente. Una battaglia per «bloccare il tentativo della destra di governare il parco da Ancona come fosse una landa da colonizzare, una occupazione che allunga la lista delle poltrone da conquistare». Nella sua osservazione, il presidente del Crel Gianfranco Alleruzzo fa notare che «si è preso nuovamente atto dell’impossibilità di formulare un parere che possa rappresentare anche l’occasione per fornire un contributo di merito e propositivo.

Tale condizione si è determinata non solo per l’inevitabile serrato calendario dei lavori, ma anche per l’insufficiente informazione riguardante l’invarianza di oneri finanziari a seguito dei provvedimenti». Una posizione netta che, sommata al parere contrario della Provincia in sede di Cal, non ha spostato di una virgola la determinazione della Regione di voler approvare la riforma entro l’anno. «La commissione ha tirato dritto nonostante la dura nota del Crel - attacca Micaela Vitri -. Un blitz vergognoso, la destra ha dato carattere d’urgenza alla proposta di legge sul San Bartolo senza aspettare i 15 giorni necessari per i pareri tecnici, infilandola dopo l’atto più importante del bilancio di previsione che lo scorso anno è finito alle quattro di notte. Tutto questo per fare passare la riforma in sordina».I membri del Cda del Parco da cinque passerebbero a sette, con tre esponenti della Regione e il taglio della Provincia. «Un riforma definita senza costi - sottolinea la consigliera Vitri - perché i membri avrebbero solo dei rimborsi spesa. Ma i costi ci sono eccome, e li pagherà il Parco. È vero che l’attuale consiglio è scaduto il 23 settembre, ma è stato prorogato e sono stati nominati i nuovi membri. La giunta regionale però non li ha riconosciuti con il risultato che il presidente del Parco, operando in prorogatio, può firmare solo atti di ordinaria amministrazione. Quindi è saltata la sigla sull’accordo di programma che ci farà perdere circa 70-80 mila euro».

I finanziamenti

Al momento dei cinque membri, uno è nominato dal Comune di Pesaro, proprietario del 92% della riserva, insieme al Comune di Gabicce, un altro dalla Provincia, uno dalla Regione più due di ambientalisti e agricoltori. «La Regione dice di finanziare per intero l’attività del parco e quindi le spetterebbe di governarlo. Una sciocchezza infondata. Nel 2022 la giunta Acquaroli ha stanziato 30.000 euro per il centro visite contro gli 841.000 euro ottenuti attraverso la co-progettazione del Comune di Pesaro». Ieri, nella lettera congiunta (Pesaro, Gabicce e Provincia) inviata ad Acquaroli per bloccare tutto il sindaco Matteo Ricci si è spinto a ipotizzare scenari di «illeciti amministrativi, reati e danni erariali».
 

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