Pesaro, strappa il braccialetto elettronico e fugge. Scatta cordone di sicurezza per le vittime nel mirino dell'uomo

Strappa il braccialetto elettronico e fugge. scatta cordone di sicurezza per le vittime
Strappa il braccialetto elettronico e fugge. scatta cordone di sicurezza per le vittime
di Luigi Benelli
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Venerdì 17 Novembre 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 15:16

PESARO Stacca il braccialetto elettronico ed evade. Scattata immediatamente la rete di protezione nei confronti delle donne vittime dei suoi maltrattamenti e delle sue violenze nei pressi di abitazione, scuola e posto di lavoro. Il caso riguarda un ristoratore pesarese di 47 anni condannato in appello per violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni ai danni della ex socia del locale e della ex compagna, entrambe straniere. Condanne confermate anche in appello: una a 6 anni e l’altra a 4 anni e 4 mesi. 

 
L’allarme


Elena Fabbri ha assistito e difeso le vittime. «Sono stata chiamata da entrambe le donne perché avevano saputo che il loro ex era evaso da casa, dove doveva essere agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

Subito sono state raggiunte dai carabinieri che hanno stretto attorno a loro un cordone di sicurezza. E’ un fatto allarmante perché mi ero sempre opposta alla conversione della misura cautelare in carcere con questa pena afflittiva più lieve. C’è anche una terza donna che l’aveva denunciato per lesioni alcuni anni prima». Un’evasione che arriva a ridosso di una data importante.

«Era fissata la sentenza in Cassazione i primi di dicembre per uno dei processi. E in caso di conferma definitiva della condanna, l’imputato sarebbe dovuto tornare in carcere. L’importante ora è che sia stata attivata la rete di protezione per le vittime, mentre sono in corso le ricerche del fuggitivo». Un caso che si apprende nelle stesse ore in cui una coppia di albanesi, in carcere per tentato omicidio, è evasa durante uno dei permessi lavorativi che gli era stato concesso. Tra le accuse vengono mosse al 47enne pesarese quella di aver preso la ex, una 46enne moldava, per i polsi, strappato le mutandine e costretta a un rapporto vicino al congelatore del loro ristorante. Il tutto mentre nell’altra sala si serviva la cena. Secondo quanto raccolto dalla deposizione della donna, lui si sarebbe fatto trovare nudo sul retro, vicino al bagno del ristorante. Qui le avrebbe imposto di fare sesso nonostante le minacce di lei di denunciarlo e i pianti. Lui l’avrebbe presa per i capelli e detto frasi ingiuriose e che il suo pensiero era di dover fare sesso. Poi le avrebbe tolto le mutandine e violentata spingendola contro il congelatore. 


Le medicazioni


In un’altra circostanza lui l’avrebbe presa per il collo facendola urtare contro un mobile. Lei era caduta a terra perdendo conoscenza (al pronto soccorso i sanitari che l’avevano medicata avevano stabilito 7 giorni di prognosi). Lui l’aveva minacciata di ucciderla se lei lo avesse denunciato dicendole che l’avrebbe «disossata, sepolta viva o fatta ammazzare da un suo amico». L’uomo, che ha sempre negato gli addebiti, era stato condannato in primo grado a 6 anni, pena scesa a 4 anni e 4 mesi nei giorni scorsi in dalla corte d’appello di Ancona. Il ristoratore era stato condannato a marzo 2022 a 6 anni per maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti di un’altra donna moldava di 40 anni. Sarebbe stata costretta a subire rapporti sotto le minacce. E a non raccontare della gravidanza interrotta. «Se lo dici a qualcuno ti violento, ti ammazzo e sotterro il cadavere. Sono stato in Somalia, non avrei problemi a farlo». Le ricerche proseguono. 
 

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