I compiti
Digio, come tutti amano chiamarlo con affetto, guiderà anche una delle quattro nuove Comunità pastorali istituite nella provincia ecclesiasitica per riorganizzare l’attività, unire le forze e affrontare le difficoltà legate all’aumento delle incombenze e all’acclarata crisi di vocazioni. Mancano i sacerdoti, si fa di necessità virtù e c’è chi diventa “uno e trino”. Di Giorgio si occuperà pertanto della Comunità che riunisce le parrocchie di Montecchio, di cui è stato finora sacerdote, Padiglione e Belvedere Fogliense. Si tratta di raggruppamenti di chiese affidate a una guida unitaria, formata da parroci, diaconi e laici con uno dei moderatori che fa da responsabile. Un impegno notevole per i prossimi cinque anni, perché il nuovo vicario porterà avanti anche l’insegnamento all’Istituto teologico marchigiano di Ancona.
I cambiamenti
Altro cambiamento è la nomina a vicerettore del Pontificio seminario regionale Pio XI, per un quinquennio, del pesarese don Valerio Rastelletti, 47 anni, da parte della Conferenza episcopale marchigiana. Sono i punti di forza del progetto “post San Terenzio” di ristrutturazione delle parrocchie avviato da monsignor Salvucci che, oltre a nuovi incarichi e trasferimenti, punta proprio alla formazione delle Comunità pastorali
Di cui «quattro prendono subito l’avvio - spiega l’arcivescovo -, le altre si estenderanno fino a raggiungere un massimo di tredici, con diecimila abitanti ciascuna. La scelta era ormai matura, ho preso questa decisione dopo aver dedicato il primo anno del ministero a conoscere la Chiesa locale».
Le prime Comunità pastorali sono quelle di San Martino, San Paolo e quartiere Torraccia (moderatore don Lorenzo Volponi); Santi Terenzio e Marina a Cattabrighe, Santa Maria delle Fabbrecce, San Lorenzo a Case Bruciate, Tre Ponti e San Giovanni a Babbucce (don Massimo Regini); Santa Croce, San Luigi e Santa Veneranda (don Mario Florio); Santa Maria Assunta a Montecchio, Corpus Domini a Padiglione e San Donato a Belvedere Fogliense (don Marco Di Giorgio).
L’arcidiocesi intende anche «sollevare i sacerdoti dalle gravose incombenze amministrative - aggiunge Salvucci - che saranno gestite da Consigli per gli affari economici e da economi parrocchiali che agiranno insieme al parroco e alla Curia.
Il rituale
Le celebrazioni del patrono della città e dell’arcidiocesi, primo vescovo e martire, si sono aperte venerdì con la Santa messa dedicata al mondo della scuola con dirigenti, allievi, insegnanti e personale non docente. Ieri sono stati officiati le cinque Sante messe e i Vespri. Quindi un’assai partecipata processione, nel pomeriggio con tanti religiosi e devoti, per le vie del centro con l’Urna di San Terenzio in via Rossini, via Marsala, via Bertozzini, piazzale 1º Maggio, corso XI Settembre, via Mazza, via Passeri, via Branca, piazza del Popolo e via Rossini. Infine la Solenne concelebrazione presieduta da Salvucci in Cattedrale, durante la quale sono stati anche ricordati il sessantesimo di sacerdozio di don Giuseppe Gaudenzi e don Marino Mancini, il cinquantesimo di ordinazione diaconale di Renzo Paci, il venticinquesimo di sacerdozio di Domenic Felician Petre Antica e don Marcelin Rediu, e le religiose suor Emanuela Agiurgoaie e suor Giovanna Bindu Mathew.
Le istituzioni
Per le istituzioni erano presenti il sindaco Matteo Ricci, Marco Perugini, presidente del consiglio comunale, e la vicario del prefetto Beatrice Agata Mariano.