Complimenti sgraditi a una ragazza, la vendetta si consuma in spiaggia: rissa con caschi e cinture

Le indagini sono condotte dai carabinieri
Le indagini sono condotte dai carabinieri
di Luigi Benelli
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Lunedì 31 Luglio 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 15:01

PESARO - Botte da orbi per una ragazza contesa, scatta la spedizione punitiva in spiaggia e l’aggressione si consuma davanti a decine bagnanti allibiti e anche un po’ spaventati. Un pestaggio choc brandendo caschi e cinture che diventano armi per l’aggressione. Con caschi utilizzati per muoversi in scooter hanno colpito al volto quelli che consideravano e con le cinture dei pantaloni hanno frustato le loro schiene. Un putiferio durato poco e concluso con una fuga a gambe levate e due feriti rimasti sul campo. 


I fatti


Sabato pomeriggio a Bagni Due Palme, nella zona di Sottomonte a Pesaro, la spiaggia è gremita di gente.

Tre ragazzi di 23 e 24 anni arrivano nello stabilimento con i caschi in mano e le cinture sfoderate. C’è in ballo una ragazza contesa e loro hanno un solo obiettivo: picchiare altri due coetanei, italiani di origini sudamericane. Vogliono concludere la partita iniziata la sera precedente quando tra i due gruppi si è già consumata una colluttazione. L’irritazione degli aggressori è legata all’espressione di apprezzamenti non graditi nei confronti di una ragazza che appartiene al loro branco.


La contesa


I tre si presentano in spiaggia per chiudere il discorso e avere l’ultima parola, in una realtà in cui sempre più spesso i giovani giocano a fare i bulli. Ma non solo: nonostante i due aggrediti non fossero frequentatori abituali di quel tratto di spiaggia, ma nell’occasioni ospiti di una compagnia di amici, gli aggressori sono andati a colpo sicuro: sapevano perfettamente dove trovarli. Questo perché i loro movimenti erano stati  monitorati  e una volta avuta la conferma della loro presenta a Sottomonte è scattata l’aggressione. Erano le 17,15 quando i tre sono entrati in azione. Tutto si è consumato in pochi istanti: sono arrivati e hanno iniziato a picchiare con caschi e con le cinture dei pantaloni avvolte tra le mani, lasciando la fibbia in metallo sul pugno in modo da fare più male. Botte da orbi, urla e paura  tra i bagnanti impauriti. Il primo a precipitarsi per calmare la situazione è stato Riccardo Pascucci, titolare dello stabilimento. «Ero a riva, mi hanno avvertito e sono corso. Non è stato facile dividere le 5 persone, ho avuto il mio bel da fare: poi tutti sono scappati». Alcuni dei bagnini dello stesso stabilimento e altri che si trovano nei paraggi lo hanno aiutato a sedare la rissa. Quello che è evidente è che i tre non erano violenti improvvisati. «Mi pareva gente abituata a picchiare, sapevano cosa fare. E come farlo: avevano le cinture con le fibbie metalliche in evidenza». Alla fine il gruppo, picchiati e picchiatori, si è allontanato prima dell’arrivo dei carabinieri. 


Le indagini


Qualcuno dei ragazzi sanguinava persino dai denti, altri avevano ferite dietro la schiena e segni dei colpi delle fibbie. I tre sono finiti in ospedale dove sono stati refertati per le lesioni e i colpi subiti: la prognosi è di circa 10 giorni ciascuno. Sul caso stanno indagando i carabinieri della compagnia di Pesaro che hanno sentito varie testimonianze e stanno stringendo il cerchio in un contesto in cui il ruolo di vittima e persecutori è confuso. 
 

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