Botte all’imprenditore per un Patek Philippe, condannati 3 rapinatori (uno aveva derubato anche Cesara Buonamici)

Botte all’imprenditore per un Patek Philippe, condannati 3 rapinatori (gli stessi che avevano derubato Cesara Buonamici)
Botte all’imprenditore per un Patek Philippe, condannati 3 rapinatori (gli stessi che avevano derubato Cesara Buonamici)
di Luigi Benelli
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Giovedì 27 Aprile 2023, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 19:00

PESARO Rapinarono un Patek Philippe da 40mila euro, condannati i tre responsabili. Uno di loro è lo stesso che rapinò la giornalista Mediaset Cesara Buonamici a Firenze. 

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L’agguato


I fatti erano avvenuti a Pesaro in una notte dell’agosto 2020, quando un imprenditore del luogo e la moglie erano stati aggrediti, minacciati e violentemente malmenati davanti al cancello della loro villa in strada Campanara da 3 napoletani di 44, 34 e 44 anni per poi vedersi sottrarre, dal polso dell’uomo, un orologio Patek Philippe Nautilus del valore di 40mila euro. L’uomo aveva avuto lesioni guaribili in 12 giorni, la moglie 4. Le indagini dei carabinieri della stazione di Borgo Santa Maria e del Nucleo Operativo della Compagnia di Pesaro avevano dimostrato che l’aggressione era calcolata. Quell’orologio era già saltato agli occhi dei rapinatori in un ristorante di Riccione,
dove l’uomo aveva cenato con alcuni amici e dove era stato costantemente osservato dagli esperti componenti del gruppo criminale. I malviventi lo avevano seguito a casa. Le indagini erano partite da un cappellino e una collanina trovati in un cespuglio davanti alla villa dove erano state riscontrate, grazie ai carabinieri del Ris di Roma, tracce biologiche di uno dei tre.

L’altro era stato incastrato tramite la targa della macchina a lui intestata. Il terzo figurerebbe sul luogo della rapina tramite la cella telefonica. Così il cerchio si era stretto su Gennarelli Gennaro, Mattera Luca, Musella Lucio. Ieri erano a processo perché rispondevano, a vario titolo, di rapina aggravata, lesioni aggravate e sostituzione di persona. I tre oggi si trovano agli arresti domiciliari e tra loro c’è anche chi è imputato per la rapina commessa nell’aprile del 2021 a Firenze in danno della giornalista di Mediaset (Gennarelli condannato in appello a 4 anni e 8 mesi). 

Il gruppo campano


Il gruppo campano era specializzato in rapine di orologi di lusso e aveva a lungo soggiornato sul litorale romagnolo e marchigiano utilizzando documenti falsi, schede telefoniche intestate a persone inesistenti e auto noleggiate o esportate verso altri paesi dopo il colpo. Uno dei tre, Musella, era già finito in carcere per reati connessi al traffico di stupefacenti e per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Nel 2020 avrebbe tentato di imporre a un altro soggetto, con minacce e percosse, il pagamento di una tangente estorsiva di 10.000 euro affinché potesse continuare indisturbato a svolgere la sua illecita attività di truffatore. ù


Il patto


Sui siti partenopei emergono molti particolari, tra cui un bacio tra lui e un altro “ras” della zona come per suggellare una sorta di patto. Ieri la sentenza con rito abbreviato. Mattera, difeso dall’avvocato Fabio Segreti, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi (il pm aveva chiesto 4 anni, 5 mesi); Gennarelli, difeso dall’avvocato Luigi Poziello, condannato a 3 anni e 6 mesi (il PM aveva chiesto 5 anni di reclusione + 2 anni della misura di sicurezza della colonia agricola). Infine Musella, difeso dall’avvocato Giuseppe Perfetto, condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione (il pm aveva chiesto 6 anni di reclusione). 

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