Luca Nardi batte l'idolo Djokovic: «Un miracolo, ora vi racconto il giorno più bello della mia vita». Coach Galimberti: «Da top 20»

A Indian Wells elimina il numero 1 del mondo e approda agli ottavi di finale (oggi contro Tommy Paul)

Luca Nardi batte l'idolo Djokovic: «Un miracolo, ora vi racconto il giorno più bello della mia vita»
Luca Nardi batte l'idolo Djokovic: «Un miracolo, ora vi racconto il giorno più bello della mia vita»
di Gianluca Murgia
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 13 Marzo 2024, 01:45 - Ultimo aggiornamento: 17:30

PESARO «Ogni volta che vado a letto vedo Novak». Adesso magari sarà Djoko a sognarlo. Luca Nardi, anni 21 il prossimo 6 agosto, pesarese, professione tennista, l’ha definito «miracolo». Racchetta per terra, mani in volto. Anatomia di una vittoria storica: battere l’idolo di sempre (in 3 set: 6-4, 3-6, 6-3), il più forte tennista del mondo, nel deserto californiano di Indian Wells dopo essere stato ripescato per il forfait di un altro giocatore. E con i 16mila del Desert Paradise che, come in Rocky, colpo dopo colpo, iniziano a urlare il nome dello sfidante sfavorito: “Luca, Luca, Luca...”.

 «Roba da brividi, pazzesco, che emozione» racconta Nardi godendosi uno sliding doors all’ennesima potenza, concluso con i complimenti di Djokovic «specialmente per il terzo set, ha giocato veramente molto bene.

Sapevo che possedeva ottime qualità», preceduti da un accenno di battibecco, alla rete, per un palla contestata. Cose di campo.

Così ha conquistato il pubblico

«Sono un ragazzo di 20 anni, fuori dai primi 100 al mondo, che è riuscito a battere Djokovic. È pazzesco - ripete Nardi con la faccia incredula - questo è il giorno che non dimenticherò mai, il più bello della mia vita e della mia carriera. Sono cresciuto con il poster di Djoko sulla porta della mia camera da letto, ma penso che lo terrò ancora». Puro situazionismo, come i titoli Usa in sovrimpressione nelle immagini della partita: Nardi stunt Djoko, Nardi shocks Djoko, Nardi stuns Djoko. Tradotto: acrobata, sconvolge, stordisce. Perché come canta Angelina Mango, Nardi è morto senza morire. Da lucky loser è risorto come giustiziere del padrone del tennis. E pensare che per il Next Gen Azzurro è stata solo la quinta vittoria in un match del circuito maggiore. «Credo che prima di questa notte nessuno mi conoscesse – sorride - spero che il pubblico abbia apprezzato lo spettacolo. Sono super contento, alla fine non so come sia riuscito a tenere duro. Sinner motivo di ispirazione? Di sicuro guardare Jannik vincere tutte le partite è qualcosa che ti spinge a migliorare». Generazioni di fenomeni, la chiamano. Una rivoluzione educata, quasi da anti-star. Underdog fino a un certo punto, chiariamo, perché quella di Nardi è la storia di un talento riscoperto in un campo largo, in cui entra la Galimberti Academy di Cattolica - dove Luca si allena dallo scorso novembre con l’ex azzurro Giorgio Galimberti e uno staff dedicato - ma dove trovano spazio anche la scuola “Tennis Life” del Ct Baratoff con Francesco Sani («Mi ha chiamato subito dopo la fine del match è ha detto: non ci credo ancora») e gli allenamenti (ad Alicante e Montecarlo) con l’amico Sinner.

Coach Galimberti guarda oltre

«Luca ha rapito la folla grazie al suo tennis spettacolare, incredibile - racconta dagli Usa il suo coach Giorgio Galimberti - da fondo campo è stato sempre sopra Djokovic come qualità e potenza di colpi. Giocate geniali e condite da un fair play alla Roger Federer. Tutti gli ingredienti per far innamorare gli spettatori. Siamo entrati nei primi 100 ma il suo target più ovvio è la top 50. Vi confido un segreto: con la mia compagna stilo sempre il ranking dei tennisti della mia Academy. E Luca può arrivare nei primi 20 entro un anno. Vi avverto: in genere ci azzecco». Da Pesaro con vista mare, nella casa di Fosso Sejore con mamma Raffaella e papà Dario, notaio, tifoso del Napoli, al deserto del Coachella. «Non siamo riusciti a vedere la partita con il Barcellona, era impossibile. Tutti ci cercavano e dovevamo preparare la partita» confida Luca. Scusate il ritardo, verrebbe da dire. Perché nel 2017 alzava il trofeo del torneo giovanile Les Petits As, con Carlos Alcaraz e Holger Rune battuti. L’anno dopo, all’Itf di Sassuolo, a 14 anni e 10 mesi otteneva i primi punti Atp stabilendo il record italiano di precocità. In carriera, fin qui, ha vinto 722.387 dollari, di cui 45.000 solo in questo primo scorcio di 2024. Quasi briciole, considerando il suo enorme potenziale. Luca, attualmente n. 123 Atp (ma dopo questo risultato è virtualmente al 96° posto), diventa così il giocatore con la classifica più bassa ad aver mai sconfitto Djokovic, e anche il quarto tennista con il ranking più basso a battere un numero 1 del mondo in carica in un “1000”.

La consapevolezza di vincere

Sulla sua strada oggi c’è il padrone di casa Tommy Paul. «Non ci fermiamo - spiegano Galimberti e Nardi insieme - abbiamo una partita durissima ma fattibile. Siamo consapevoli ora di poter giocare alla pari contro tutti Poi non si sa cosa può succedere. Il piano tattico è ben studiato a tavolino grazie a Simone Bertino, insieme Marco De Rossi (abbracciati a fine gara, ndr). Ma non ci fermiamo qui: prossimo obiettivo, il master Mille di Miami».

© RIPRODUZIONE RISERVATA