Condannato per le coltellate al rivale: anche l’ex dovrà finire sotto processo

Condannato per le coltellate al rivale: anche l’ex dovrà finire sotto processo
Condannato per le coltellate al rivale: anche l’ex dovrà finire sotto processo
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 05:25

PESARO -  Lui condannato per tentato omicidio, ma ora anche lei, la sua ex, finisce a processo per calunnia. E’ una storia che risale al 2019 quando Hassan Abdeldaim Azzam Mohamed, 26 anni, fu arrestato dalla polizia dopo una breve fuga nei campi per aver accoltellato il 27enne presunto compagno della sua ex. In primo grado era stato condannato a 8 anni e 80 mila euro di risarcimento, poi in appello a 5 anni. La vittima rimase ferita gravemente e ancora presenta le conseguenze di quelle ferite. 

 

Il fatto di sangue avvenne nel casolare in strada della Foglia, nella zona artigianale di Borgo Santa Maria, nell’abitazione della moglie, la 27enne Alessandra, davanti ai tre figli piccoli della coppia, una femminuccia e due maschietti, il più grande di 5 anni, che hanno assistito al tentato omicidio da parte del papà. Quel giorno c’erano anche i genitori di Alessandra, padre e madre. Sono originari di Cremona e all’alba stavano per partire con il furgone Fiat Scudo Bianco verso la provincia lombarda.

Un casolare semidiroccato, ma all’esterno c’erano delle telecamere di videosorveglianza che hanno immortalato tutto e consegnato la scena del crimine agli inquirenti. Azzam aveva già con sé il coltello da cucina utilizzato per colpire il presunto rivale. E qui si incardina il nuovo procedimento dove a essere indagata per calunnia è lei, la ex compagna dell’uomo, perché la stessa nella fase delle indagini aveva riferito agli inquirenti che il marito avrebbe prima tentato di accoltellare lei in macchina e poi i figli minorenni e che il nuovo compagno era intervenuto per impedire «la strage famigliare».

La ricostruzione della donna era poi stata archiviata ai fini delle indagini, ma in quella sede il pm aveva poi chiesto al gip di riavere gli atti per procedere per il reato di calunnia.

Azzam, difeso dall’avvocato Michele Mariella, non aveva accettato questa ricostruzione della storia e nel frattempo si era costituito parte civile. Ieri, il gup, in fase di udienza preliminare, ha rinviato la donna a giudizio per il reato di calunnia. Gli investigatori all’epoca erano andati indietro con le immagini fino alla sera prima e dalla ricostruzione della videosorveglianza era emerso che tutti avevano dormito li. Si vedevano tutti i protagonisti rientrare nel casolare, compreso l’ex marito. L’aggressore aveva detto agli investigatori che lo avevano fermato di aver agito per gelosia. Forse nella notte ha covato il rancore che lo ha armato. Due le coltellate, entrambi i fendenti hanno raggiunto il giovane alla pancia, ferendolo gravemente. 


Dopo un primo colpo nel piazzale, appena fuori casa, il giovane rimasto ferito per ripararsi dall’aggressore si era barricato nel furgone Fiat Scudo appartenente alla famiglia e rimasto parcheggiato fuori. Lo stesso è poi stato inseguito, ma a quel punto la ex suocera si è messa in mezzo per impedire che l’ex genero potesse continuare la furia omicida. Poco dopo, allertata, la polizia aveva trovato l’aggressore che camminava nella campagna a un chilometro di distanza, visibilmente scosso per quanto accaduto. Non aveva opposto resistenza. Il coltello era stato ritrovato nel prato. Da lì l’arresto per tentato omicidio. Fino alla sentenza d’appello in tribunale ad Ancona dove Azzam è stato condannato a 5 anni. 

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