Marche Nord replica a Felici: «Nessuno l'ha cacciato. Riconosciuta la sua competenza»

Il direttore Sanitario di Marche Nord Edoardo Berselli
Il direttore Sanitario di Marche Nord Edoardo Berselli
di Lorenzo Furlani
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Sabato 23 Ottobre 2021, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 23:17

PESARO - «Nessuno ha cacciato nessuno, siamo rammaricati dalle parole del dottor Felici sul mancato apprezzamento da parte di questa azienda, ma possiamo dire con certezza che così non è stato». Così il direttore sanitario di Marche Nord, Edoardo Berselli, replica alle dichiarazioni dell’ex direttore di Pediatria, Leonardo Felici, pubblicate ieri dal Corriere Adriatico.

«L’attività professionale, la competenza e l’impegno da sempre dimostrati dall’intera equipe diretta dal dottor Felici - si legge nella nota della direzione sanitaria dell’azienda ospedaliera - hanno proiettato la struttura in una dimensione di qualità e consentito, appunto, i riconoscimenti conquistati anche a livello internazionale, di cui la classifica di Newsweek è la riprova».

Mancanza di medici e il Covid
La direzione poi segnala le difficoltà operative registrate per la carenza di medici e il Covid. «Va riconosciuto - sottolinea Marche Nord - che, negli ultimi anni, l’unità di Pediatria, come avvenuto per tutte le Pediatrie ospedaliere italiane, ha purtroppo sofferto la carenza di risorse specializzate, aspetto che ha contrastato la strategia di crescita aziendale auspicata, aggravata oltremodo dalle profonde criticità scaturite dall’emergenza sanitaria, nonostante tutte le azioni messe in campo per far fronte alle criticità; in primis promuovendo lo sviluppo di progetti strategici volti a gratificare il personale in servizio ed innalzarne il livello professionale, ma senza raggiungere i risultati sperati ed effettuando numerosi concorsi per nuove assunzioni e procedure di gare d’appalto per garantire la necessaria presenza di personale».

I procedimenti disciplinari
Riguardo ai procedimenti disciplinari citati da Leonardo Felici, la direzione «precisa che, in nessun caso, si è mai messa in discussione la competenza clinica del dottor Felici; i procedimenti hanno riguardato alcuni aspetti di tipo organizzativo e gestionale in cui si sono verificate delle carenze.

Nei confronti del dottor Guidi e del dottor Valentini, citati nell’articolo dal professionista, l’azienda non ha mai attivato dei procedimenti disciplinari; al contrario, per dovere di cronaca - continua la nota di Marche Nord -, si precisa che al dottor Guidi, l’azienda aveva conferito la direzione del dipartimento delle Neuroscienze, espressione di massima fiducia che un’azienda può riconoscere ad un professionista. Per quanto riguarda, infine, la cessione dell’incarico aziendale da parte del dottor Gabriele Ripanti e del dottor Enrico Felici, si sottolinea che gli stessi non se ne sono andati da Marche Nord ma hanno ottenuto primariati presso altre strutture sanitarie».

Il malessere condiviso
Per completezza va aggiunto, però, che l’ex primario ha testimoniato la percezione di un clima ostile nei suoi confronti, che l’ha indotto ad andare in pensione nel luglio scorso prima dei 70 anni, e ha riferito la condivisione di un malessere professionale da parte dei colleghi citati, senza attribuirlo per essi espressamente ai provvedimenti disciplinari.

Il caso paradossale di Valentini
In particolare, riguardo al biologo Massimo Valentini, l’ex primario Felici ha parlato di un «caso paradossale» e di trattamento «indegno», riferendosi chiaramente alla messa alla porta del professionista - definito da Felici bravissimo e punto di riferimento per il laboratorio analisi di tutto l’ospedale - al compimento del 67esimo anno di età, nonostante la sua volontà di restare in servizio fino ai 70 anni, come la legge gli consente; una volontà comunicata alla direzione aziendale tre volte nei mesi precedenti senza che ottenesse alcuna risposta.

Per vedere riconosciuto questo suo diritto, Valentini ha dovuto fare ricorso al giudice del lavoro, che ha ordinato il suo reintegro in servizio. Marche Nord ha anche presentato reclamo per cambiare questa decisione, ottenendo dal Tribunale per la seconda volta un pronunciamento che le ha dato torto.

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