Preso a martellate in strada, il racconto choc del netturbino eroe Alberto Basili: «Matteo urlava che lo stavano uccidendo. Le auto passavano, nessuno si fermava»

Preso a martellate in strada, il racconto choc del netturbino eroe Alberto Basili
Preso a martellate in strada, il racconto choc del netturbino eroe Alberto Basili
di Eugenio Gulini
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Giovedì 19 Ottobre 2023, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 09:05

FERMIGNANO E’ schivo Alberto Basili («Per favore non insistete, non sono e non mi sento un eroe» continua a ripetere ai tanti che lo cercano) ma non può sfuggire all’eco prodotta dal suo gesto di coraggio. Basili ha salvato Matteo Bastianelli, il titolare del Conad di Fermignano, dalla furia di Simone Babbini che lunedì mattina l’ha brutalmente aggredito mentre andava al lavoro. Ora Babbini è in carcere in attesa della convalida di questa mattina e Bastianelli è in convalescenza a casa, con il volto tumefatto e ancora sotto choc per l’accaduto. “Tutti quanti abbiamo un angelo…”, canta Ron. Quello di Bastianelli è senza ombra di dubbio Alberto da Trasanni, autista dell’Egea Ambiente, ditta appaltante di Marche Multiservizi nella raccolta dei rifiuti. 


Cos’è accaduto


Curiosamente Basili ha compiuto 50 anni il giorno prima dell’assurdo agguato.

Sposato, è in attesa di un bambino che nascerà a maggio del prossimo anno. E chissà se un giorno gli narrerà di quando il babbo ha soccorso un uomo che rischiava di non poter raccontare quanto accaduto. Ormai è per tutti il netturbino eroe e c’è chi lo vuole premiare per il suo alto gesto civico, ma lui al telefono si schermisce colto alla sprovvista per tanta risonanza mediatica: «Oddio, non mi si addice la gloria del salvatore. Non mi interessa la notorietà. Non sono e non mi sento un eroe. Non ci tengo ad apparire. Sono solo una persona come tante che però è capitata nel momento giusto e ha potuto essere di aiuto. Non so, sinceramente, se l’aggressore si sarebbe comunque fermato». Poi Basili ripercorre con la memoria quegli attimi drammatici di lunedì scorso, primissime ore della mattinata: «Ero al lavoro. Stavo scendendo da via Montegrappa, mi sono avvicinato all’isola ecologica per scaricare i contenitori dei rifiuti quando vedo due, nel guardrail di fronte, che stavano litigando. Li per lì mi sembravano due ragazzini. Fermo il mio mezzo e scendo avviandomi verso loro. A quel punto sento. L’aggredito, Matteo Bastianelli, urlava “Oddio mi uccide, mi uccide”. Mi sono impressionato e mi sono avvicinato all’aggressore dicendogli che non era così che si risolvevano i problemi e che doveva lasciarlo stare. Ma l’aggressore non si calmava, anzi mi urlava “Cosa vuoi? Vai via, vai via». Ma Angelo Basili non se n’è andato. E per Bastianelli è stata la salvezza. «A un certo punto è tornato verso la sua auto ed io e Matteo, con il volto insanguinato da far paura, siamo scappati e saliti sul mio camion. Siamo anche riusciti a prendere il numero di targa. Bastianelli mi ha fatto vedere anche il martello che era riuscito a strappare dalle mani dell’aggressore continuando a ripetere: “Mi voleva uccidere, mi voleva uccidere”. Per lui lo choc è stato forte. Mi ha chiesto di portarlo al piazzale del Conad dove sono sopraggiunti i soccorsi». A margine aggiunge anche di essere rimasto amareggiato dal fatto che nessun altro si sia fermato.


Non si dimentica


«E’ una cosa che mi ha impressionato in una vicenda già di per sè impressionante. C’erano auto in transito che sopraggiungevano sul posto ma nessun altro che si sia fermato a darci una mano. Fortuna che Bastianelli non ha riportato ferite gravi, ma dimenticare quanto accaduto non sarà facile». Intanto oggi alle 12.30, presso il Tribunale di Urbino, ci sarà la convalida dell’arresto davanti al gip Egidio De Leone del 40enne Simone Babbini. Il suo avvocato di fiducia, Salvatore Asole, proprio ieri, verso le 13, è andato a trovarlo in carcere a Villa Fastiggi. «L’ho visto molto confuso - racconta il legale - Non riesce a capire cosa gli sia successo. Mi ha detto che non era sua intenzione ammazzarlo». Il reato contestato è il tentato omicidio. «Ma occorrerà scavare sull’elemento soggettivo e il capo d’accusa potrebbe essere modificato». Quanto all’accaduto per Asole «i fatti in parte convergono con quelli usciti nella stampa ed in parte no, ma il mio assistito riconosce la reazione eccessiva. Gli ho chiesto: “E se tornassi indietro?”, mi ha risposto “Avvocato, non sarei qua”». Asole conosce anche l’aggredito. «Sì, conosco Bastianelli ma non ci sono incompatibilità. Mi occupo di penale. Che sia io o un altro, Simone Babbini, ha diritto ad avere una difesa».

 

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