Gabicce, all'istituto Lanfranco consegnate mascherine che puzzano. 50mila pezzi sono ancora nelle scatole in attesa del ritiro

Le scatole di mascherine maleodoranti attualmente in attesa di ritiro a Gabicce
Le scatole di mascherine maleodoranti attualmente in attesa di ritiro a Gabicce
di FLORIANA MANCINI
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Venerdì 12 Marzo 2021, 04:00

GABICCE MARE Cinquantamila mascherine impossibili da utilizzare. Lamentele dei bambini, dei genitori e di tutti gli operatori scolastici: i lotti distribuiti già da settembre e ottobre all’Istituto G. Lanfranco di Gabicce Mare emanano un forte odore simile a quello del petrolio e della plastica, dispositivi impossibili da indossare e tenere sul naso per ore.

Un problema che riguarda sia la misura baby da distribuire gratuitamente agli alunni sia quelle inviate per il personale scolastico. All’apertura degli scatoloni partono effluvi tali da consigliare l’immediato spostamento dei cartoni all’aria aperta. E così è stato fatto per tutti i lotti non utilizzabili. Su ogni scatolone il collaboratore scolastico di turno ha apposto un semplice ma chiaro “Puzza” a pennarello nero.

Segnalazioni continue ma le mascherine sono obbligatorie e i genitori dopo le normali rimostranze, per forza di cose si sono persuasi ad acquistarle in farmacia e così anche gli insegnanti e tutti coloro che avrebbero dovuto usufruirne. Ma non doveva funzionare così stando agli innumerevoli proclami dei vari Ministeri e la dirigente Valeria Leonessa si è risolta a scrivere e descrivere il problema al Ministero della Salute, dell’Istruzione, alla Struttura dell’allora Commissario Arcuri e per conoscenza a Usr Marche e Usp Pu. Qualcosa è accaduto e dalla Logistica di Invitalia (agenzia governativa italiana) è pervenuta a fine febbraio un riscontro: previa compilazione di una tabella con codici e numeri di mascherine da scartare e da sostituire “in un’ottica di fattiva collaborazione istituzionale, questa Struttura provvederà al ritiro delle mascherine ritenute non idonee per il tramite del corriere incaricato e, successivamente, alla distribuzione di nuove mascherine”. Peccato che nel frattempo le scuole siano passate in Dad al 100% e Arcuri sia stato rimosso. La dirigente Leonessa ha espresso comunque il suo apprezzamento per questo riscontro: «Fa piacere avere ricevuto un riscontro, spesso si scrive per tutelarsi e non sempre con la speranza di ottenere risposte anche perché si intuisce la grossa mole di lavoro e richieste. Aver trovato disponibilità nel ritirare materiale di difficile smaltimento è stata un’iniezione di fiducia in un periodo così greve per i dirigenti scolastici. E gli ultimi pacchi arrivati sembrano al momento utilizzabili». È certo che la Struttura Commissariale e Invitalia fossero già a conoscenza della grana in quanto, tra i difetti da segnalare, nel modulo prestampato che ha inviato elenca pure gli elastici fragili ed eventuali reazioni allergiche, difetti riscontrati in numerosi casi seppure non denunciati da questo istituto nella missiva. 

Sia l’affidamento della produzione dato a varie giovani aziende, sia la qualità dei materiali e la capacità di filtrazione delle mascherine inviate alle scuole, dopo numerose segnalazioni e anche interrogazioni parlamentari, sono finite nel mirino di varie inchieste.

A Gabicce Mare il numero di dispositivi di protezione pronti da restituire supera certamente i 50mila pezzi: 50.000 dispositivi da smaltire, 38 scatoloni della FCA, più altri 62 scatoloni di un altro marchio

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