Fano, ricatta l’amante con video hot, scatta la trappola: lei racconta tutto e i carabinieri lo arrestano. Condannato 43enne di San Costanzo

Il tribunale di Pesaro
Il tribunale di Pesaro
di Luigi Benelli
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Mercoledì 13 Settembre 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 07:12
FANO La relazione clandestina, i messaggi hot e il ricatto. Ieri la sentenza per il processo a un 43enne di San Costanzo accusato di estorsione ai danni di una donna fanese e resistenza a pubblico ufficiale. Un rapporto a sfondo sessuale nato in paese, ma tenuto ovviamente nascosto. Ma una passione bollente in cui lui l’aveva convinta a mandarle dei messaggi WhatsApp in cui lei si toccava le parti intime e a masturbarsi. 

Video tenuto nel suo cellulare e che si sono rivelati un’arma. Una volta che il rapporto ha iniziato a scricchiolare lui l’ha minacciata di inviare i video al marito, ignaro della situazione e soprattutto alla figlia neomaggiorenne della donna se non gli avesse consegnato 500 euro. Così sono iniziate le pressioni per avere i soldi. Il 43enne le ha dato l’appuntamento al parcheggio del cimitero di San Costanzo promettendo che una volta avuti i soldi avrebbe cancellato i messaggi osé. La sexstortion però non è andata secondo i piani. La donna ha trovato quindi il coraggio di agire e non subire questo ricatto hot. Così ha vuotato il sacco e ha raccontato tutto ai carabinieri che hanno quindi preparato una imboscata in piena regola.

L'appuntamento-trappola

La donna ha confermato l’appuntamento ma con se aveva circa un centinaio di euro.

I carabinieri avevano fotocopiato tutte le banconote per conservare i numeri di serie e incastrare l’uomo qualora avesse portato a termine l’estorsione. L’incontro c’è stato, al cimitero in una serata di novembre del 2021, quando era già notte. La donna ha consegnato i soldi ma i carabinieri, appostati per vedere la scena, sono intervenuti imponendo l’alt alla Ford del 43enne. L’uomo, capendo di esser finito in trappola, ha cercato di investire un carabiniere per darsi alla fuga. La sua mossa aveva funzionato così i militari non erano riusciti a bloccarlo. Ma hanno subito diramato una ricerca persona via radio fornendo la targa del veicolo e poco dopo il mezzo era stato bloccato in strada Mondolfo. Qui si è arreso e l’uomo era stato arrestato per estorsione e resistenza a pubblico ufficiale. Gli furono trovati i soldi consegnati dalla vittima. Ieri la sentenza con l’uomo difeso dall’avvocato Emanuele Fierimonte del foro di Roma. Il giudice ha condannato il 43enne a 1 anno e 8 mesi.

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