Acquisto di azioni e finanziamenti bancari
Tombari: "Mai ho agito per miei interessi"

Il presidente della Fondazione Carifano, Fabio Tombari
Il presidente della Fondazione Carifano, Fabio Tombari
di Lorenzo Furlani
3 Minuti di Lettura
Martedì 10 Marzo 2015, 21:53 - Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 13:26
FANO - "Non ho mai pensato di avere interessi in conflitto in relazione a Banca Marche".

Così l'ingegnere Fabio Tombari affronta la questione del conflitto di interessi che sembra profilarsi dietro due vicende finanziarie speculari, ciascuna di grande impatto sociale, che oggettivamente convergono sulla sua persona.



Da un lato, il massiccio investimento del patrimonio della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, guidata da Fabio Tombari, nelle azioni di Banca Marche: 45 milioni di euro dopo tre acquisti compiuti a partire dal 2009 fino al 2012, pari al 28% del patrimonio netto secondo il bilancio 2012 della fondazione, e corrispondenti al 3,35% del capitale della banca. Un investimento (28 milioni nell'agosto

2009, 11,3 nell'ottobre 2010 e 6,2 con l'adesione

all'aumento di capitale nel periodo febbraio-giugno

2012) risultato disastroso, per il dissesto della banca manifestatosi nella seconda parte del 2012 del quale fino allora secondo il presidente Tombari non si avevano segnali, già svalutato nel bilancio della fondazione del 54% mentre sul mercato il titolo si è deprezzato dell'80% alla sospensione delle quotazioni (agosto 2014).



Dall'altro, il finanziamento altrettanto massiccio da parte della società di locazione finanziaria Medioleasing, partecipata al 100% da Banca Marche, delle iniziative immobiliari di cui lo stesso ingegner Tombari era o è amministratore o socio.



Secondo le informazioni note, si tratta almeno di 25 milioni di euro concessi nel 2005 alla società Bolognauno, di cui Tombari nel 2009 era presidente e socio al 10% (carica ceduta nel maggio 2012 e quota venduta nell'ottobre 2013), e di un credito salito nel tempo dal 2001 fino a 42 milioni di euro, al dicembre 2013, nei confronti della società Madonna Ponte formata dai principali costruttori di Fano, di cui Tombari è socio dalla fine del 2006 (e fino al luglio 2009 anche nel consiglio di amministrazione) attraverso la società immobiliare di famiglia che ora detiene il 4,5% delle quote. Madonna Ponte è titolare dell'operazione urbanistica nell'area ex zuccherificio, della quale peraltro lo studio ingegneristico di Tombari ha progettato le opere di urbanizzazione.



In via teorica ci sono pochi dubbi su quanto l'interesse di un socio proprietario di una banca sia in conflitto con quello di un cliente affidatario, vertendo specularmente tali interessi per i due soggetti sul profitto/costo del credito.



La normativa sul conflitto di interessi degli amministratori di una fondazione bancaria sancisce il divieto in termini generali, senza disciplinarne i casi concreti. Va detto che la decisione della Fondazione Carifano di investire il patrimonio in Banca Marche fu collegiale, deliberata dal Consiglio generale presieduto da Tombari che in quella sede, da statuto, non ha diritto di voto. Tombari come presidente del Consiglio di amministrazione propose la scelta e poi ne deliberò l'esecuzione.



A questo proposito l'articolo 10 dello statuto della Fondazione Carifano afferma: “I componenti gli organi della Fondazione, nel caso di deliberazioni in cui abbiano, personalmente o per conto di terzi, ovvero di parenti fino al terzo grado e affini fino al secondo grado inclusi, interessi in conflitto con quelli della Fondazione, devono darne immediata comunicazione all'organo di appartenenza e astenersi dal partecipare alle deliberazioni medesime”.



Questa comunicazione e questa astensione non ci sono mai state da parte del presidente, che come rappresentante legale della Fondazione Carifano ha firmato tutti gli atti relativi all'acquisto di azioni.



"Non ho dato comunicazione formale di interessi in conflitto - afferma ora il presidente Tombari - perché secondo me la questione è inconsistente. Non ho mai parlato con nessun amministratore della banca delle vicende creditizie relative alle società di cui ero o sono socio, perché questo è contrario al mio costume. Mi indigna solo che qualcuno possa pensarlo”.



Giova, tuttavia, rilevare che la dottrina giuridica intende il conflitto di interessi in termini potenziali, distinguendolo chiaramente dall'abuso del ruolo che si manifesta con azioni concrete.



Perciò l'onorevole di Sinistra ecologia e libertà Lara Ricciatti ha chiesto all'ingegnere Fabio Tombari di dimettersi dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fano. Istanza rilanciata dal gruppo consiliare di Fano 5 Stelle, formato da Hadar Omiccioli, Marta Ruggeri e Roberta Ansuini. Mentre il direttivo della lista civica Bene Comune, in seguito alla conferma di Tombari quasi un anno fa alla presidenza dell'ente e alla disastrosa scelta di investire una parte consistente del patrimonio nelle azioni di Banca Marche, ha chiesto che tutti i membri del Consiglio generale e del Consiglio di amministrazione facciano un passo indietro e favoriscano un ampio rinnovamento nella gestione della Fondazione Carifano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA