Da Napoli a Pesaro per rapinare un rappresentante di gioielli: condannata la banda dei trasfertisti

Da Napoli a Pesaro per rapinare: condannata la banda dei trasfertisti
Da Napoli a Pesaro per rapinare: condannata la banda dei trasfertisti
di Luigi Benelli
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Martedì 12 Settembre 2023, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 07:25

PESARO Rapinarono la valigetta con tutti i preziosi di campionario a un rappresentante di gioielli in piazzale Carducci, ieri le condanne. Il fatto risale all’aprile del 2021 quando un 55enne rappresentante, mentre stava poggiando all’interno dell’auto la borsa contenente gli articoli preziosi, per un valore stimato di circa 30.000 euro, era stato sorpreso alle spalle da un soggetto con un casco integrale che, con una manovra repentina, gli strappava la borsa a tracolla. Il tutto in pieno giorno, verso l’ora di pranzo, in uno dei piazzali più trafficati della città. Quest’ultimo subito dopo era salito in sella ad una moto di media cilindrata condotta da un complice, anch’egli con abiti scuri ed un casco integrale. Poi la fuga. 


Le indagini


Il personale della squadra mobile aveva subito iniziato le indagini scandagliando le immagini di videosorveglianza della città. I responsabili del colpo viaggiavano a bordo di una moto con targa clonata e a volto completamente coperto. Un modus operandi conosciuto, ma che solitamente era accompagnato dall’utilizzo di un’autovettura di appoggio. Così dalle telecamere di sorveglianza presenti sul territorio, i poliziotti coordinati dal pubblico ministero Marino Cerioni, avevano individuato l’autovettura di appoggio condotta da un terzo complice, un veicolo noleggiato a Napoli. Le conseguenti indagini hanno poi portato all’individuazione di un albergo ove il terzetto aveva pernottato, esibendo false carte di identità, prima di arrivare a Pesaro per mettere a segno il colpo. Era emerso, infatti, grazie alla ricostruzione del percorso effettuato dagli indagati, che gli stessi avevano sapientemente pedinato la vittima prima di intervenire. Così erano stati identificati i tre soggetti ritenuti autori del “colpo”; tutti napoletani sulla quarantina pregiudicati per reati simili, senza una stabile attività lavorativa e già resisi responsabili di fatti analoghi in altre città d’Italia. Ieri la sentenza con la condanna a 1 anno e 2 mesi per due di loro e 10 mesi per il terzo individuo. Tra gli avvocati Giuseppe Croce e Maria Rivieccio.
 

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