F5S sul codice etico: eliminate le norme
su finanziamenti, cariche e massoneria

Una seduta del Consiglio comunale di Fano
Una seduta del Consiglio comunale di Fano
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Martedì 17 Marzo 2015, 15:05 - Ultimo aggiornamento: 15:09
FANO - Scoppia il caso del codice etico approvato dal Consiglio comunale con tre decisive omissioni.

Lo solleva con un'interrogazione il gruppo consiliare Fano 5 Stelle, in relazione al codice di comportamento degli amministratori comunali redatto dall'assessore alla legalità Samuele Mascarin in collaborazione con il responsabile anticorruzione del Comune, il segretario generale Antonietta Renzi, e approvato nell'ultima seduta del Consiglio comunale.



Le omissioni riguardano le norme relative ai cumuli dei mandati politici e degli incarichi pubblici, ai finanziamenti della politica e alla trasparenza sull'adesione alla massoneria.





Il codice etico - a cui dovrebbero aderire gli amministratori comunali e i soggetti nominati o designati dal Comune in enti, società e fondazioni - è frutto dell'edesione del Comune di Fano al progetto "Riparte il futuro - trasparenza a costo zero", promosso dalle associazioni Libera e Gruppo Abele. Si tratta di uno degli impegni del braccialetto bianco contro la corruzione ricevuto in campagna elettorale da Massimo Seri.



Le associazioni proponenti chiedono che per l'adozione si prenda come riferimento la Carta di Pisa contro la corruzione e per la buona politica, promossa da Avviso Pubblico sulla base del lavoro di un gruppo di esperti, costituito da politologi, giuristi, funzionari pubblici, rappresentanti di associazioni e amministratori locali.



Seppur ispiratasi a questa carta, la delibera approvata difetta di tre punti essenziali, evidenziati nell'interrogazione del gruppo consiliare di Fano 5 stelle, già protagonista di un'uscita dall'aula al momento del voto dello stesso codice etico per protesta contro la bocciatura nella medesima seduta consiliare della commissione di indagine sulla Profilglass.



Rispetto alla Carta di Pisa, manca l'articolo sui finanziamenti: "L'amministratore deve astenersi dal richiedere o dal ricevere finanziamenti e altre forme di sostegno alla propria attività politica da parte di concessionari o gestori di pubblici servizi, ovvero da privati che hanno rapporti di natura contrattuale con l'amministrazione, o che hanno domandato od ottenuto provvedimenti da essa nei 5 anni precedenti, nell'ambito di procedimenti nei quali l'amministratore abbia svolto una funzione decisionale o istruttoria".



E' stata tolta anche la norma sul cumulo di mandati politici: "L'amministratore, fuori dai casi in cui sia la stessa legge a prevederlo, si impegna a evitare il cumulo dei mandati politico-istituzionali e anche il cumulo successivo dei mandati politici e degli incarichi pubblici".



Quindi, è stato depennato l'obbligo della trasparenza sull'adesione alla massoneria: "L'amministratore deve rendere pubblica la propria appartenenza ad associazioni e organizzazioni, anche quelle di carattere riservato".



Marta Ruggeri, Hadar Omiccioli e Roberta Ansuini interrogano il sindaco e la giunta per chiedere le motivazioni di tali omissioni e se “non ritengano che la soppressione delle sopracitate indicazioni sia incoerente con l'espressa intenzione di rendere la più trasparente e irreprensibile possibile l'attività dell'amministrazione comunale, delle società partecipate, delle aziende e fondazioni del Comune”.
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