Al Carnevale sfila l'ombra della satira
Esaltato il sindaco Seri. Renzi non graffia

Il carro "Le battaglie del Metauro" che raffigura il sindaco Seri
Il carro "Le battaglie del Metauro" che raffigura il sindaco Seri
di Lorenzo Furlani
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Lunedì 2 Febbraio 2015, 22:07 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 09:45

FANO - Al Carnevale di Fano con le allegorie dei maestri carristi ha sfilato solamente l'ombra della satira

Il merito di Paolo Furlani è quello di aver reso la somiglianza del faccione di Massimo Seri issato sul carro "Le battaglie del Metauro", anche con un sentore caricaturale nello sguardo attonito che il sindaco ha nelle mattine grigie d’inverno quando sembra che i problemi lo soverchino.

Ma se questa è la satira, linfa vitale del Carnevale, che scorre nei corsi mascherati di Fano allora possiamo solo arrossire pensando a Charlie Hebdo e provare una certa invidia nei confronti del Carnevale di Viareggio, dove tra le altre allegorie è notevole quella del piccolo Renzi, con le rughe d’espressione di un giovane vecchio, uscito dall’utero della Merkel nuda con i grandi seni al vento.

Nello spettacolo di colori, forme, maschere e luci che domenica scorsa è andato in scena lungo viale Gramsci c'era solo una parvenza di satira, quella forma espressiva, bandiera della libertà, che sbeffeggia i potenti e dissacra le convenzioni.

Non solo nel carro ideato da Simoncini e realizzato da Furlani e Gommapiuma per caso, ma anche nella grande allegoria di Ruben Mariotti "Nel Paese delle meraviglie" e nel Pupo Pinocchio (gli altri carri grandi e piccoli hanno semplicemente rinunciato a ogni velleità satirica).

Il maestro carrista, che ha vinto il concorso dei carri di prima categoria con il bozzetto ispirato al libro di Lewis Carrol, mettendo in cima a un fungo il bambino adulto Renzi, esprime una satira che ha la stessa forza delle foglie d’autunno quando cadono dagli alberi. Si può intuire che Mariotti abbia voluto far intendere che il premier ci racconta un Paese delle meraviglie mentre la quotidianità ci rimanda un Paese sgarruppato, però salvo la caricatura di Renzi, dalla resa dubbia, nei personaggi e nell’ambiente dell’allegoria (che scenograficamente si può considerare la più bella) non c’è alcun altro elemento - volto e tema - che dia senso alla nostra attualità.

Innocua è anche la satira di Pinocchio (ancora una volta ideata da Simoncini e realizzata da Furlani, col disegno questa volta di Piccinetti), che dà forma al Pupo, il quale nella sua perfetta esecuzione figurativa è intitolato "El Bugiardon", alludendo alle promesse vane dei politici. Ma l’allegoria, in linea col romanzo di Collodi, è da ragazzi perché gli autori non hanno il coraggio di dare un volto e un nome a chi propala bugie. Un vizio che viene da lontano perché Pinocchio deriva dal carro "El Bugiardon" dell’anno scorso quando, tanto per restare all’ambito locale caro a questi autori, c’era da sfruttare la scadenza elettorale delle comunali e per dare forma all’allegoria bastava guardarsi intorno in città e riprendere i programmi elettorali 2004 e 2009 di una maggioranza consiliare che si è disfatta da sola.

Ma su tutte troneggia la pseudo-satira di Massimo Seri, generale romano che combatte contro i problemi d’oggi ridotti a semplici epigrafi: non graffia ma lucida, non è dissacratoria ma agiografica come mai è accaduto a memoria d’uomo con un sindaco nella storia di Fano (tra l’altro questo è il bozzetto del Pupo arrivato quarto che con un triplo salto carpiato è stato elevato a carro di prima categoria: captatio benevolentiae?). Eppure per trovare spunti satirici lampo sul sindaco basta masticare un po’ di politica locale.

La Carnevalesca quest’anno ha implementato idee nuove e anche utili. Ma tra le potenzialità ancora da sviluppare (installazioni, scuola della cartapesta, internazionalizzazione eccetera) c’è anche il ruolo da assegnare alla satira, perché a Fano non sfili una copia sbiadita di quella del Bagaglino.

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