Chiusura accelerata delle discariche, stop della Regione. Aguzzi: «Non giustificato l'ampliamento di Monteschiantello»

La discarica di Ca' Asprete di Tavullia
La discarica di Ca' Asprete di Tavullia
di Lorenzo Furlani
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Mercoledì 30 Marzo 2022, 08:40

PESARO - Dalla Regione arriva uno stop all’Autorità territoriale di ambito dei rifiuti, guidata dal presidente della Provincia Giuseppe Paolini, sull’utilizzo delle discariche provinciali, in particolare sulla programmazione della chiusura accelerata degli impianti di Ca’ Asprete di Tavullia e Ca’ Lucio di Urbino, gestiti da Marche Multiservizi, attraverso il conferimento dei rifiuti industriali (ossia speciali non pericolosi) senza limiti di quantità e di provenienza, in deroga al piano regionale che lo contiene nell’ambito marchigiano e nella misura del 50% dei rifiuti urbani smaltiti.

L’iniziativa di Ruggeri del M5s
L’assessore regionale all’ambiente Stefano Aguzzi ieri ha risposto in aula all’interrogazione della capogruppo del M5s, Marta Ruggeri, che gli chiedeva conto di questa pianificazione in violazione del piano regionale dei rifiuti.

La previsione contenuta nel piano preliminare di ambito, che recepiva un accordo di programma stipulato nel 2017 tra tutti gli enti interessati con capofila la Provincia, era già stata censurata all’epoca come non conforme dal dirigente regionale Sbriscia per il valore strategico delle discariche e per l’incompatibilità di valutazioni finanziarie su scala locale.

Questa chiusura accelerata, infatti, oltre a distribuire i costi fissi su una quantità maggiore di scarti rispetto al calo dei rifiuti urbani conferiti per l’aumento della raccolta differenziata, era giustificata con la necessità di remunerare, tramite un incremento di introiti per il gestore delle discariche, l’investimento sul trattamento meccanico biologico dei rifiuti per l’impianto allora previsto nella discarica di Tavullia. Lo scopo era quello di mitigare per i primi due anni l’effetto sulle tariffe.

Pianificazione tanto più anomala in quanto nel piano d’ambito dei rifiuti, approvato alla fine dello scorso settembre dai sindaci dell’Ata, non è più programmato l’investimento nel Tmb mentre si prevede di proseguire con il conferimento massivo di rifiuti industriali per saturare la discarica di Ca’ Lucio nel 2023 e quella di Ca’ Asprete nel 2027. 

Ampliamento non necessario
Due circostanze richiamate nella risposta di Aguzzi, che ha informato l’aula dell’invio di prescrizioni della Regione all’Ata per riprogrammare i volumi dei rifiuti conferiti, dando priorità allo smaltimento di quelli urbani prodotti nel territorio.

Di conseguenza, l'assessore regionale ha osservato che non è necessario l’ampliamento della discarica fanese di Monteschiantello previsto dal piano d’ambito, in quanto gli impianti avrebbero ancora una capacità residua di una decina di anni.

Aguzzi ha anche comunicato di non avere ancora ricevuto, a distanza di mesi, una risposta dall’Ata, perciò per venerdì ha convocato il presidente Paolini e il direttore Ranocchi.

«No alla gestione per fare cassa»
«Le osservazioni sinteticamente esposte dall’assessore Aguzzi - ha commentato Marta Ruggeri - non lasciano alcun dubbio circa la non conformità della modalità di gestione per fare cassa delle discariche di Tavullia e Urbino, rispetto alle previsioni del piano regionale dei rifiuti. Le prescrizioni della Regione bocciano anche il programmato ampliamento della discarica di Monteschiantello, definendolo “al momento non giustificato”. Al di là delle responsabilità per il passato, che rimangono, mi auguro che si scriva la parola fine su questa gestione delle discariche provinciali».

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