Marche, dal saltarello alle infiorate: lo stillicidio delle leggi light. Risorse a pioggia dalla Regione che remano contro la programmazione

Marche, dal saltarello alle infiorate: lo stillicidio delle leggi light. Risorse a pioggia che remano contro la programmazione
Marche, dal saltarello alle infiorate: lo stillicidio delle leggi light. Risorse a pioggia che remano contro la programmazione
di Martina Marinangeli
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Martedì 19 Dicembre 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 15:52

ANCONA Non solo mancette. Dall’ottobre 2020 ad oggi, l’XI legislatura ha prodotto una ragguardevole serie di leggi dallo spessore, per così dire, sottile. Sia chiaro: parliamo sempre di risorse distribuite sul territorio, non destinate al macero. Ma in tempi di bilanci ridotti all’osso e imbrigliati in spese fisse, parcellizzare i fondi a disposizione e distribuirli a pioggia senza ratio produce più danni che ritorni positivi per lo sviluppo della regione. Proposte di legge ad iniziativa della giunta o dei consiglieri che, aggiunte alla tabella E allegata ad ogni bilancio, gravano sui conti e remano contro una programmazione strategica dei finanziamenti.

Alcuni esempi

Inoltre, spesso parliamo di poche decine di migliaia di euro l’anno, che non spostano granché neanche per le stesse attività che queste leggi si propongono di supportare.

La capostipite fu la pdl per la tutela e la valorizzazione del saltarello, che da un finanziamento da 20mila euro nel 2021, è passata a 50mila euro all’anno. Per gli anni successivi, infatti, come spesso accade con questa tipologia di pdl, la spesa è autorizzata con le rispettive leggi di bilancio. Ma era solo l’inizio: in tre anni sui tavoli di Palazzo Leopardi ne sono arrivate diverse. Alcune già approvate, altre ancora da discutere. Tra quelle che hanno avuto il disco verde dell’assemblea legislativa compaiono, per esempio, la legge per la valorizzazione e la promozione delle infiorate artistiche, la disciplina per la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei e le disposizioni regionali in materia di apicultura. Ancora in attesa di essere portate nell’aula del Consiglio regionale è invece la pdl sul turismo equestre e la valorizzazione delle attività con gli equidi, che dopo la legge, approvata, sulla tutela e la valorizzazione del Cavallo del Catria, connota le Marche come regione che si dà all’ippica. E ancora, nei cassetti di Palazzo Leopardi sono in attesa di essere portate in discussione in aula la pdl sulla valorizzazione della dieta mediterranea e la promozione e valorizzazione delle ricette e dei menù della cucina marchigiana.

La strategia

L’enogastronomia nella nostra regione è un segmento fondamentale e, forse, finora non è stato sviluppato come avrebbe potuto. Quindi è molto positivo che ora finalmente abbia il meritato risalto. Ma un proliferare di leggi su questo o quel prodotto, o sulle diverse tipologie di ricette ha senso? Non sarebbe meglio una strategia unitaria? Una programmazione coerente che tenga tutto insieme? Valorizzare e promuovere gli elementi che contraddistinguono la tradizione e il territorio delle Marche è sacrosanto. Ma parcellizzare le risorse e disperdere i fondi non sembra il modo più corretto per farlo.

Il quadro generale

Ora, è vero che il bilancio regionale si aggira attorno ai 5 miliardi di euro (per la precisione, nel prossimo triennio la previsione delle entrate ammonta a 5.909.277.881 euro per il 2024, a 5.090.724.315 euro nel 2025 ed a 4.697.180.733 euro per il 2026), ma gran parte delle spese sono fisse e quelle libere si riducono a poche centinaia di milioni. Vanno indirizzate con oculatezza, guardando al quadro generale. Perché la politica dell’orticello, in tempi di tagli ai bilanci, non porta da nessuna parte.

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